All’Avos di Cividale sempre più richieste: «A noi il 5 per mille»

CIVIDALE. L’unica speranza di salvezza sta nel 5 per mille. Schiacciata, letteralmente, dalle richieste di aiuto - sempre più numerosi, gli “sos”: forte anche la domanda ascrivibile a cittadini italiani, causa, soprattutto, la perdita di posti di lavoro - e costretta a fronteggiare lo stop (o quasi) alla consegna di viveri da parte del Banco alimentare, l’Associazione volontari di solidarietà di Cividale opera, ormai, in una condizione di equilibrio assolutamente precario. Non fosse, appunto, per il sostegno - «che fortunatamente non manca: la popolazione, finora, si è dimostrata sensibile» - veicolato dalla formula del 5 per mille il sodalizio sarebbe già stato costretto a tirare i remi in barca.
Il centro distribuzione generi alimentari attivato, da anni, dall’Avos (e trasferito, di recente, in nuova sede: il Comune ha destinato all’organizzazione i locali al pianterreno dell’edificio Ater di Rualis) non può più contare, appunto, su “introiti” consistenti dal Banco alimentare del Friuli Venezia Giulia, penalizzato dalla fine degli aiuti europei. «Adesso, insomma - dice il presidente Antonino Caltabellotta -, dobbiamo arrangiarci con le nostre forze». E non è semplice, posto che l’utenza è arrivata a quota 300, palese effetto della crisi economica.
«La povertà è sempre più diffusa, sul nostro territorio - commenta ancora il responsabile della realtà associativa -: si rivolgono a noi non solo persone di Cividale e frazioni, ma pure dei centri limitrofi. San Giovanni al Natisone, per esempio, o Remanzacco: tutta gente dal bisogno “certificato”, posto che noi non diamo nulla in assenza di un’attestazione - rilasciata dal Comune di residenza - che comprovi l’esistenza di un’effettiva condizione di difficoltà. I rifornimenti sono via via più complicati: lo scorso anno, al di là dei beni consegnatici dal Banco, abbiamo speso oltre 8 mila euro solo per l’acquisto di vettovaglie. E per il 2014... confidiamo, appunto, nel contributo dei cittadini tramite la destinazione del 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi, altrimenti non saremo più in grado di continuare il servizio o, quanto meno, dovremo drasticamente ridimensionare l’entità dei pacchi».
Ammonta a 21.600 chilogrammi il totale dei generi di consumo distribuiti lo scorso anno, per complessivi 2.156 scatoloni. Parallelamente a tale attività, però (cui si affianca pure la consegna di indumenti usati e calzature, mobilio ed elettrodomestici di seconda mano, libri scolastici, occhiali), l’Avos ne cura parecchie altre, a cominciare dall’assistenza giornaliera al reparto di medicina e alla Rsa del nosocomio cividalese - nonché domiciliare, in favore di persone sole e malate - e dal trasporto di pazienti negli ospedali.
Lucia Aviani
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