Alla Cartiera Romanello spunta il simbolo della crisi FOTO - VIDEO

CAMPOFORMIDO. Il fantoccio di un “povero cristo”, con tuta e casco da lavoro, pende crocifisso nel viale davanti all’ingresso della cartiera Romanello di Basaldella.
Rappresenta il grido di dolore di 130 famiglie che stanno perdendo ogni speranza nel riavvio dello stabilimento, la rabbia dei 40 di loro che hanno presidiato inutilmente giorno e notte per due anni la fabbrica proteggendola dai ladri e continuando a chiedere alle istituzioni di non lasciar andare alla deriva un sito produttivo virtuoso dal punto di vista ambientale e attivo nel riciclo della carta.
L’ultima occasione pare andare a monte: la società toscana Italcartiere non sembra più interessata a rilevare la cartiera nemmeno per affitto di ramo d’azienda. Si prospetta, dopo la scadenza a giugno dell’ultimo periodo di cassa integrazione, la mobilità per tutti.
Guardando il fantoccio appeso alla croce, che da disegno esposto nei locali del presidio ha preso fattezze a tutto tondo sempre per mano dell’artista della fabbrica, il dipendente Pieruzzo, le Rsu Lino Callegaro e David Stepich commentano amareggiati: «Dopo l’assemblea che abbiamo organizzato pochi giorni fa per chiarire gli aspetti formali della mobilità – spiega Stepich –, lavoratori e forze sindacali hanno espresso a Confindustria Udine la richiesta di un tavolo di confronto, in extremis, per un tentativo di approccio con Italcartiere e la mediazione della Regione».
Incontro accordato e che «è in calendario – spiega Callegaro – martedì 8 aprile. Non sappiamo ancora chi sarà presente a quel tavolo». L’ultimissima speranza. Se, come pare sicuro, a giugno – a meno di novità positive – il presidio sarà interrotto, si pone il problema del degrado cui andrà incontro lo stabilimento. Infatti, anche di recente sono stati segnalati tentativi di effrazione della recinzione.
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