«Alito vinoso alla guida» In aula per droga: assolto

AVIANO. In aula le forze dell’ordine che lo avevano fermato testimoniano che l’imputato aveva l’alito vinoso, ma non segni di alterazione causati dall’assunzione di stupefacenti. Peccato, però, che...

AVIANO. In aula le forze dell’ordine che lo avevano fermato testimoniano che l’imputato aveva l’alito vinoso, ma non segni di alterazione causati dall’assunzione di stupefacenti. Peccato, però, che Paolo Andreon, trentenne di Chions, difeso di fiducia dall’avvocato Luca Donadon, fosse stato processato per guida sotto l’effetto di benzodiazepine e cannabinoidi, rilevati dagli esami del sangue.

L’automobilista era stato sottoposto ai controlli a seguito di un incidente stradale, avvenuto il 29 ottobre 2015. Il giudice monocratico Giorgio Cozzarini ha assolto Andreon perché il fatto non sussiste. Pm e difesa hanno chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove, previa declaratoria della nullità degli accertamenti effettuati dalle forze dell’ordine.

«L’articolo 187 del codice della strada, che disciplina la guida sotto l’effetto di droghe, prevede il concorso di due elementi –ha spiegato l’avvocato Donadon – apparenza dello stato di alterazione psicofisica al momento del fatto e l’accertamento con esame strumentale dell’abuso di sostanze». L’avvocato Donadon ha eccepito sul fatto che l’automobilista non sia stato avvisato di potersi avvalere di un difensore durante i prelievi, il giudice ha ritenuto sufficiente l’avviso orale, dato all’imputato.

Quello che è mancato, secondo Donadon, è la prova dell’apparenza dell’alterazione psicofisica, perché Andreon, secondo quanto hanno riferito in aula i testi, odorava di alcol, ma non palesava invece alterazioni causate da assunzione di droga. Al pronto soccorso, poi, è emerso che non vi erano né in diagnosi né in prognosi riferimenti alla presunta alterazione da sostanza stupefacente. Mancando uno dei due elementi per la configurazione del reato, l’imputato è stato assolto dal giudice monocratico.

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