Alba compie 110 anni, è la nonna del Friuli

REMANZACCO. E sono, oggi... la bellezza di 110. Centodieci anni, vale la pena ripeterlo, scandire la cifra: un decennio oltre il secolo. Dietro le spalle di Alba Bertoni, "veterana" del Friuli Venezia Giulia - suo il primato di vecchiaia, in regione -, l'intero Novecento, entrambe le guerre mondiali, la lunga pagina della ricostruzione.
E, non bastasse, il salto di millennio. Memoria storica in senso stretto, insomma, quella incarnata dalla nonnina (originaria di Remanzacco ma ricoverata, dal 2004, nella casa di riposo della Fondazione Muner de Giudici, a Lovaria). Un piccolo aneddoto, a riprova: «Conosce a menadito - e noi familiari a catena, giocoforza - tutte le canzoni che i soldati intonavano al fronte. Quando si rifiuta di mangiare... gliene canticchio una. Lei ascolta, si immedesima e comincia, puntualmente, a consumare il pasto».
Parla Ferruccio Diplotti, il più giovane dei due figli ancora in vita. Ha 74 anni, vive a Cussignacco e va a trovare la madre ogni giorno. Il fratello "di mezzo", Renato, non c'è più ormai da tempo; il maggiore si chiama Pietro, classe '29. Ottantacinque anni (portati a meraviglia: buon sangue non mente, è proprio il caso di dirlo), residenza a San Gottardo: «A Remanzacco - racconta - resta, disabitata, la casa di famiglia, di fronte al vecchio mulino».

Stamattina festa grande, ovviamente, a Lovaria: ci saranno anche il sindaco di Remanzacco, Daniela Briz - insieme al consigliere comunale Franco Sala -, la presidente della Fondazione, Annamaria Menosso, e ulteriori autorità. Non più autosufficiente, per ovvie ragioni, nonna Alba ha mantenuto un'invidiabile lucidità.
Figlia di Giuseppe Bertoni e Antonietta Toso, aveva due fratelli e quattro sorelle, scomparsi tutti da parecchio; lo stesso vale per il marito, Eliseo Diplotti. Nella sua lunghissima esistenza le esperienze più varie: sarta, cuoca, operaia, perfino casellante, sulla tratta ferroviaria Trieste-Lubiana. Ricorda Pietro: «Era a me, bambino, che dava l'incarico di abbassare le sbarre del passaggio a livello.
Conosceva al millimetro i numeri dei treni in transito e i rispettivi orari. Intelligenza vivace... e, fra l'altro, spiccato senso degli affari!». Conobbe, la signora, il pilota Francesco Baracca: lo incontrò sui prati del Torre, dove l'asso dell'aviazione italiana era stato costretto a un atterraggio. Ma l'epopea dell'anziana - che durante la seconda guerra mondiale fece parte, con il grado di sergente, dell'Unrra, organizzazione mondiale per l'assistenza alle popolazioni colpite dal conflitto - si intrecciò pure con quella del duca Amedeo d'Aosta, ospite della sua abitazione, a Remanzacco. Dove - per chiudere - è ricordata anche per i «crostoli eccellenti» che preparava, a carnevale, per tutto il paese.
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