Al seminario di Pordenone le vocazioni non mancano: dai gemelli all’ex infermiere

PORDENONE. Conta una trentina di presenze, il seminario di Pordenone, l’unico “autonomo” della regione, visto che le altre tre diocesi ne hanno uno in comune. La comunità teologica conta 19 presenze: «Arrivarci dopo le scuole superiori – spiega il rettore, don Roberto Tondato – è quasi normale».
I seminaristi provengono dalle realtà più disparate: ci sono, ad esempio, due gemelli e un over 40 che proviene dal mondo della sanità.«Compito nostro è di predisporre un cammino chiaro e definito, con capacità di adattamento: il seminario non è un’agenzia educativa, ma una realtà che interagisce col territorio: non solo preghiera e studio, quindi, ma anche servizio, che purifica e chiarisce la vocazione».
I tre neosacerdoti «sperimenteranno, capita a tutti, la sensazione di partire da zero, di essere inadeguati, di non sapere cosa dire. Anche a loro la storia insegnerà quello che per il momento hanno imparato prevalentemente sui libri, che il Signore è fedele per sempre. Nel campo di Dio li attende la parte migliore. E la conosceranno nella misura in cui si lasceranno coinvolgere».
Non è pessimista, sul fronte delle vocazioni, il rettore del seminario: «In questa nostra epoca complessa, ma anche fortunata, gli strumenti sono veramente molti e altrettante le possibilità».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto