«Al BenZaChi» spegne tre candeline e si trasferisce in città

Il ristorante avviato da Federico ora è in via Cormôr Alto «Troppa burocrazia e difficoltà per un ragazzo disabile»
«Al BenZaChi» compie tre anni e raddoppia. Il ristorante avviato nel 2014 dal giovane Federico Martucci, un ragazzo con la passione per la cucina affetto dalla sindrome di Down, ha cambiato sede: da Zugliano a Udine in via Cormôr Alto, ma ora può contare anche su un piccolo appartamento. Accanto all’avventura nel mondo del food c’è, dunque, anche quella della vita quotidiana, da imparare a gestire tutti i giorni, autonomamente.


Insieme con Federico si sono gettati a capofitto nell’esperienza anche Marco Budai e Riccardo Tronkar, coordinati da Benedetto Martucci, papà di Federico e anima dell’associazione Genitori scatenati che attraverso il teatro riesce a fare superare le barriere mentali con cui il mondo della disabilità spesso è chiamato a scontrarsi.


«Al BenZaChi» nasce una quindicina di anni fa, quasi per gioco. La taverna della famiglia Martucci si trasforma in un piccolo ristorante per amici e parenti e Federico inventa il nome partendo dalla crasi dei tre clienti più assidui: «Ben» da Benedetto, il nome di papà, «Za» è invece il nomignolo di un amico di famiglia, Gianpietro, e poi c’è «Chi», Chicco diminutivo di Federico. «Tutto inizia nella taverna di casa – racconta papà Benedetto –. Federico studiava allo Stringher e aveva necessità di realizzare i piatti imparati a scuola».


Passa il tempo, Federico frequenta stage e master in diversi ristoranti friulani. E poi arriva il diploma. Il lavoro però stenta. «La normativa sulla disabilità è un percorso lungo – spiega Benedetto Martucci –. L’accesso a un impiego per un disabile è segnato da grandi difficoltà. Ci sono troppe normative al punto tale che spesso il ristoratore rinuncia all’assunzione e paga la multa. Il Governo deve semplificare questo iter perché per ogni disabile impegnato servono un tutor più un supervisore. È una materia molto complessa e contraddittoria che andrebbe snellita». Come spesso accade dalle difficoltà nascono i sogni. Così è per Federico. È il 2014 quando insieme con la sua famiglia e ad altri due amici apre il suo ristorante, ospitato nella magica cornice di Villa Job a Zugliano.


Alla scadenza del contratto, due anni dopo, Federico vuole alzare l’asticella e punta dritto su Udine. È in via Cormôr Alto che prende vita il nuovo BenZaChi, in quello che un tempo era il bar da Maria – un punto di riferimento per il quartiere –, un orario di apertura raddoppiato dalla mattina alla sera più, al piano superiore, un appartamento da condividere con i colleghi di lavoro e in cui sperimentare la propria autonomia.


«I ragazzi hanno continuato con grande determinazione ad affrontare i cambiamenti dovuti alla nuova struttura – ha detto Benedetto Martucci –. Federico, Riccardo e Marco si sentono a loro agio: compresi, ascoltati e utili. L’autostima e le capacità sono acquisiti in ogni piccolo momento, gesto e atteggiamento. Si sentono realizzati soprattutto quando i clienti rimangono affascinati dal modo di servire o preparare un piatto. Nelle pietanze si percepisce il gusto della spontaneità, la freschezza del loro candore, la bellezza dei loro cuori».


In questi tre anni la cooperativa «Al BenZaChi» ha dato la possibilità a cinque ragazzi speciali di effettuare alcuni mesi di stage in uscita dall’istituto Stringher come camerieri e cuochi. E al piano di sopra continua l’esperienza dell’imparare a vivere soli, insieme con Jo Nevin e Riccardo Amendola, anche loro passati dai fornelli del BenZaChi.


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