Agriturismo chiuso per due mesi: gli ospiti dormivano nelle rimesse, in mezzo ai trattori

Sospesa l'attività dell'“Alloggio e ristoro La Quercia”, a Pasiano di Pordenone e gestito da un 65enne friulano, residente nella stessa struttura. La Polizia ha riscontrato gravi violazioni in materia di sicurezza pubblica, incolumità fisica delle persone, assenza di condizioni igienico-sanitarie, oltre che ragioni di evasione fiscale. Il titolare si difende

PASIANO. Nel pomeriggio di giovedì 14 novembre, personale della Questura di Pordenone – Divisione Polizia amministrativa e sociale e dell’Upgsp–Squadra Volante – hanno eseguito il provvedimento disposto dal questore, Marco Odorisio, di sospensione, per un periodo di sessanta giorni, dell'attività dell'agriturismo “Alloggio e ristoro La Quercia”, a Pasiano di Pordenone e gestito da un 65enne friulano, residente nella stessa struttura.

Il provvedimento si è reso necessario in quanto gli agenti hanno riscontrato gravi violazioni in materia di sicurezza pubblica, incolumità fisica delle persone, assenza di condizioni igienico-sanitarie, oltre che ragioni di evasione fiscale.

Infatti, il pubblico esercizio, già oggetto di precedenti interventi da parte del Comune di Pasiano di Pordenone e dell’Azienda sanitaria locale, che ne avevano interdetto l’attività (alcuni alloggiati avevano contratto infezioni cutanee da acari del legno), l’aveva proseguita, nonostante i divieti.

Ed in effetti il personale della Divisione di Polizia amministrativa, lo scorso 12 novembre, ha effettuato un’ispezione nell'agriturismo, riscontrando la presenza di alcuni ospiti alloggiati da oltre una settimana, i cui nominativi non erano stati trasmessi alla Banca dati della Polizia di Stato, come previsto dalle legge.

La Polizia ha accertato, ancora, la non idoneità della struttura alloggiativa, per carenze igienico-sanitarie, a far data dal 2013.

Ancora è stato riscontrato come alcuni degli ospiti, prevalentemente operai in trasferta, sui fine settimana venivano fatti dormire in brandine posizionate nelle rimesse agricole, tra i trattori, in ambienti angusti ed esposti alle esalazioni dei carburanti.

È stato accertato, altresì, come la corresponsione dei pagamenti avvenisse “in nero”, ovvero sia in contanti e senza rilascio di fatture o ricevute. E così è stato adottato dal questore il provvedimento di sospensione dell'attività per due mesi.

Contestazioni alle quali il titolare dell’attività risponde in modo puntuale: «Sono andato in questura il 6 novembre, come faccio ogni mese, per comunicare l’elenco degli ospiti. Non sono pratico di internet e ho portato il fascicolo con tutte le fotocopie a mano.

Per quanto riguarda le fatture, gli agenti non le hanno viste perché sono state fatte in contabilità: le ha il commercialista».

La questione della brandina, invece, sarebbe riconducibile ad un favore fatto ad un ex-ospite con il quale ci sono stati dei dissapori: «Ma ad un certo punto non sapeva più dove andare e gli ho fatto un piacere ospitandolo un paio di notti – spiega – ho anche avvertito i carabinieri, sono davvero basito perché sono stato io a fargli un piacere».

Per quanto riguarda le punture da acaro, inoltre, il proprietario spiega che si tratta di un problema del passato: «Ho fatto una disinfestazione tempo fa e nessuno si è più lamentato. Ora mi consulterò con il mio legale per capire cosa fare». –

 

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