Aflatossine alte nel latte: cominciato il processo

Coinvolti tre dipendenti di Latterie friulane (ora Parmalat) e tre allevatori. Sono accusati di adulterazione e di commercio di sostanze alimentari nocive
Campoformido-Udine 6 Giugno 2014. sequestro latticini consorzio e onferenza stampa Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - TURCO
Campoformido-Udine 6 Giugno 2014. sequestro latticini consorzio e onferenza stampa Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - TURCO

UDINE. Si è aperto al tribunale di Udine riunito in composizione collegiale, il processo sulla presenza di aflatossine M1 oltre i limiti di legge in alcune partite del latte impiegato dalle Latterie Friulane (rilevate da Parmalat) di Campoformido.

Un’inchiesta in realtà largamente ridimensionata in udienza preliminare, con il proscioglimento di 12 dei 15 imputati deciso dal gup lo scorso maggio per buona parte dei capi d’imputazione.

A difendersi da quel che resta dell’originaria ipotesi accusatoria sono rimasti tre dipendenti del consorzio e tre allevatori e produttori di latte.

Rispondono della contestazione relativa alle 3.504 confezioni che, tra il 12 e il 14 dicembre 2013, la “Soligo” di Treviso rispedì al mittente in quanto «non conformi», Rino Della Bianca, di Tricesimo, allora responsabile dell’approvigionamento del latte al Consorzio e rimasto per due settimane agli arresti domiciliari, Isabella Croattini, di Pasian di Prato, responsabile della qualità, e Roberto Gerunda, di Trieste, responsabile alle produzioni.

L’ipotesi, per tutti, è di adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari. Le analisi avevano evidenziato una concentrazione di aflatossine eccedente di oltre cinque volte. Gli imputati sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Federica Tosel, Maurizio Miculan e Raffaele Leo (di Trieste).

Con l’accusa di commercio di sostanze alimentari nocive, per avere conferito alla Latteria di Ovaro, il 12 e 14 dicembre 2013, latte contaminato per complessivi 5.500 litri, nonostante le analisi effettuate dall’Associazione allevatori Fvg di Codroipo avessero accertato il superamento dei livelli consentiti, erano stati rinviati a giudizio anche Ennio, Loris e Mauro Frucco, di Cornino di Forgaria. Finiti sotto inchiesta soltanto in un secondo momento, sono tutti difesi dall’avvocato Roberto Mete.

Con l’udienza filtro di ieri, in assenza di eccezioni preliminari, si è proceduto all’ammissione delle prove chieste dal pm Marco Panzeri e dalle difese: la lista testimoni, diversi consulenti tecnici e l’acquisizione di documentazione varia.

Il presidente Angelica Di Silvestre (a latere i colleghi Mariarosa Persico e Luca Carboni) ha inoltre ammesso le intercettazioni effettuare dai carabinieri del Nas in corso di indagine e che, anche per espressa ammissione del pm, si riferivano alle posizioni uscite dal procedimento a seguito della sentenza del gup, per la quale è ancora pendente il ricorso per Cassazione dello stesso pm.

Nel procedimento le persone offese Lattera di Soligo e Artelatte, non si sono costituite parte civile. L’udienza è stata rinviata al 16 maggio per l’escussione dei primi testi dell’accusa.

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