Affari da migliaia di euro per i cacciatori di frodo

«Il bracconaggio è un fenomeno diffuso in Friuli Venezia Giulia. Cercare di contrastarlo è un lavoro enorme. Ma noi ci siamo, siamo le “sentinelle del territorio” e il nostro obiettivo è mantenere intatto l’ambiente, tutelando la salute di tutti, anche quella degli animali che spesso sono vittime innocenti». Sono le parole del responsabile della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche della Regione Friuli Venezia Giulia Adolfo Faidiga che ieri ha illustrato una vasta operazione volta a contrastare la pratica illecita dell’uccellagione.
«E attenzione – ha sottolineato subito dopo l’ispettore del Corpo forestale regionale Claudio Freddi, responsabile del Nucleo operativo attività di vigilanza ambientale (Noava) – che chi caccia illegalmente non lo fa per passione, come forse faceva qualcuno molto tempo fa, ma lo fa perché gli interessi economici sono fortissimi». Si parla di migliaia di euro.
Qualche numero? A fornirlo sono i super esperti della Sezione antibracconaggio che, per ragioni di riservatezza professionale, non possono essere né citati né fotografati o filmati, per non vanificare il loro impegno: «I prezzi, come sempre, sono definiti dai livelli di domanda (piuttosto elevato, soprattutto per gli animali da richiamo) e offerta e dipendono molto dalla rarità dell’esemplare e dalle sue capacità di richiamo. Una cesena (volatile della famiglia dei Turdidi che di solito è poco più grande di un merlo) può costare una cinquantina di euro o anche molto di più se è ben preparata al canto. Questo barbagianni impagliato – illustra poi mostrando quello esposto sul tavolo – può costare a un collezionista alcune centinaia di euro. Un’aquila può arrivare a 7-8 mila euro. Ed è prezioso, per la sua rarità, anche l’allocco degli urali (affascinante rapace notturno della famiglia Strigidae) che nidifica solo in pochissimi siti qui in Friuli».
«Quest’operazione – ha poi aggiunto il direttore Faidiga – ha portato a risultati eccezionali e ciò è stato possibile grazie all’alta professionalità e competenza garantite dal personale del Corpo forestale regionale (reparto che in questo 2019 ha compiuto cinquant’anni) che lavora con entusiasmo e passione, di giorno e di notte, senza guardare l’orologio».
L’attività della Forestale regionale, come ha chiarito lo stesso direttore, «si sta modernizzando, anche con l’inserimento di nuove leve, ma sempre contando sulla grande esperienza dei nostri super esperti». L’ingrediente fondamentale è «la conoscenza del territorio e delle persone che vi abitano. E un’attenzione particolare ad alcune figure già note per attività illecite compiute in passato e che rischiano di essere “tramandate”». «Un ringraziamento particolare – ha concluso Faidiga – va all’Autorità giudiziaria che supporta il nostro impegno con una fiducia che per noi è importantissima. —
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