Addio all’ex sacrestano di Castelmonte

Morto a Conegliano di coronavirus il terziario francescano Silvano Masiero: aveva 79 anni e per oltre 35 è stato al santuario
Castelmonte 8 Settembre 2018. Pellegrinaggio alla Madonna di Castelmonte. Messa sul piazzale del Santuario. © Foto Petrussi
Castelmonte 8 Settembre 2018. Pellegrinaggio alla Madonna di Castelmonte. Messa sul piazzale del Santuario. © Foto Petrussi

Lucia Aviani / PREPOTTO

Il coronavirus si è portato via lo storico sacrestano del santuario mariano di Castelmonte, per quasi quattro decenni in servizio nella comunità religiosa: si è spento ieri, all’età di 79 anni, il terziario francescano Silvano Masiero, laico che per lungo tempo, appunto, è stato una delle anime del luogo di culto, facendosi carico di una folta serie di mansioni. Originario di Pontelongo, in provincia di Padova, aveva risieduto a Castelmonte fino a un anno e mezzo fa, quando l’avanzare della vecchiaia lo aveva indotto a trasferirsi nella casa di riposo di Conegliano: lì ha contratto il Covid-19 e lì è spirato, dopo una vita di lavoro e di impegno a servizio della collettività.

La situazione nel santuario

Il decesso non è quindi riconducibile al focolaio che è ancora attivo al santuario, blindato ormai da un paio di settimane, da quando cioè il rettore del convento, padre Gianantonio Campagnolo, era risultato positivo al coronavirus dopo il tampone. In quel momento erano immediatamente scattati i protocolli sanitari, con l’isolamento del priore e con la quarantena dei confratelli, complessivamente una decina, poi risultati a loro volta positivi. La forzata reclusione dei frati prosegue, ma in un clima confortante: stanno tutti abbastanza bene, a cominciare dal primo contagiato, pienamente rimessosi.

Il ricordo del padre rettore

«Silvano era arrivato quassù poco più che quarantenne – racconta padre Campagnolo –: fino a quel momento aveva fatto il muratore e, quindi, tutt’altra vita. Anche grazie alla precedente esperienza professionale, oltre che alla giovane età e all’innato dinamismo, Silvano era diventato una sorta di factotum, prestandosi a svolgere tanti lavori. Era un dipendente del santuario, dunque, ma si è presto avvicinato con grande convinzione allo spirito francescano, maturando quella vocazione. La giovialità era il suo tratto distintivo – prosegue il padre rettore –, caratteristica che l’ha reso caro a noi tutti e a tantissime altre persone, anche perché a chiunque incontrasse diceva: “Come va? È tanto che non ti vedo, stai bene?”. Era affettuoso, limpido, abbracciava la gente e, dunque, mi viene da dire che per Castelmonte era davvero un bel biglietto da visita».

Il cordoglio dei sindaci

Anche dalle parole degli amministratori del territorio esce il ritratto di un uomo solare. «L’ho incontrato per l’ultima volta mesi fa, nella ricorrenza dell’8 settembre, data del pellegrinaggio diocesano al santuario», testimonia la prima cittadina di Prepotto, Mariaclara Forti, che ieri ha informato dell’accaduto la popolazione con un post su Fb. «Proprio in quell’occasione mi aveva raccontato di essersi trasferito a Conegliano, nella casa per anziani. Era una persona dall’innata gentilezza: sorridente e cordiale, trasmetteva un forte senso di accoglienza». Combacia il ritratto delineato da Antonio Comugnaro, sindaco del Comune di San Leonardo, il cui confine lambisce le mura di Madone di Mont. «Lo conoscevo – rileva – e ne conserverò un bellissimo ricordo. Discreto e nel contempo socievole, empatico, per il santuario è stato un autentico fermo punto di riferimento». —

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