Addio all’architetto Beltramini ha lottato contro una malattia

Monica Del Mondo

/CAMPOLOnGO TAPOGLIANO

«Un artista, capace e creativo, ma a volte un passo in là per essere capito da tutti». Così Barbara ricorda il fratello Marco Beltramini, scomparso lunedì, a causa di una malattia che lo aveva colpito alcuni mesi fa. Beltramini, che avrebbe compiuto in ottobre 56 anni, era nato a Udine, aveva cambiato, assieme alla sua famiglia, diverse volte residenza, prima di stabilirsi, negli anni Ottanta, a Campolongo al Torre. Gli incarichi lavorativi lo avevano portato a viaggiare: in Messico e in Russia soprattutto.

Era laureato in architettura e, da libero professionista, aveva lavorato per ditte e privati. Marco era un appassionato della vita e delle sue storie. Le coglieva, le ascoltava e ne vedeva connessioni che non sempre gli altri riuscivano a intuire. E il suo modo di esprimere tutto questo era l’arte. Sotto ogni forma: musica, disegno, scrittura, architettura.

La vita con le sue storie, con i suoi episodi, anche minori, era la sua fonte di ispirazione. «Aveva una fantasia irrequieta, un’immaginazione fervida, una vivacità intellettuale che gli consentiva di creare storie, canzoni, frasi», ricorda Elisa Gabrielli, ex moglie. Tra loro c’era un rapporto speciale: un amore, poi diventato amicizia sincera. Beltramini amava la natura, gli spazi aperti e gli animali, con una dedizione particolare per il suo cane Polpetta, compagno di viaggi e avventure. «Marco – sono ancora le parole della sorella Barbara – era un appassionato del bello, della natura, degli animali, anche i più piccoli. Amante di tutti gli indifesi, Marco era pronto a combattere per le ingiustizie che vedeva nel mondo». Non è facile parlare di Beltramini. L’amico Renato Mereu, conosciuto allo Iuav di Venezia, non ha dubbi: «La cosa più lontana che possa esserci per descrivere Marco è la sintesi».

Mereu lo descrive come una persona straordinaria, «ma – aggiunge – era riconosciuto tra gli amici che egli vivesse una vita, per così dire, staccata dalla realtà. Marco era un idealista e faticava a stare dentro schemi, orari, scadenze. Il suo mondo era fatto di creatività, la sua vita costellata di episodi, persone, particolari che coglieva con molta sensibilità. Amava l’arte, il disegno, la letteratura, la musica in un modo solo apparentemente caotico. Parlare con lui significava coglierne le connessioni e l’ordine, lasciandosi trasportare in una dimensione di grande leggerezza e notevole profondità». Anche il sindaco di Campolongo Tapogliano Alberto Urban esprime la propria vicinanza ai familiari. I funerali si svolgeranno domani, alle 15, nella chiesa di Tapogliano, con partenza dall’ospedale di Palmanova dove la salma sarà esposta a partire dalle 9. —

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