Addio al ricercatore Domenico Tranquilli: aveva fondato l’Ires

Originario di Ascoli, era arrivato in Friuli negli anni Settanta. Ha diretto l’Agenzia regionale per il lavoro fino al 2012

Si riteneva prima di tutto un ricercatore. E semplicemente così si era presentato a un medico che l’aveva visitato pochi giorni fa. Ma Domenico Tranquilli, morto sabato mattina a 72 anni per una malattia, era molto di più: per anni segretario regionale della Cgil Scuola, proprio sotto l’egida del sindacato aveva contribuito in maniera determinante a fondare l’Istituto di ricerche economiche e sociali (Ires) del Fvg, che ha traghettato verso il Duemila.

Direttore dell’Agenzia regionale del lavoro dal 2006 al 2012, era apparso l’ultima volta in un’occasione pubblica lo scorso 4 ottobre, quando aveva presentato la ricerca sulla crisi in Friuli firmata assieme a Sandro Fabbro ed Elisabetta Paviotti, pubblicata per i quaderni di Cantiere Friuli dell’Università di Udine. Tranquilli lascia la moglie Cristina Barazzutti, anche lei ricercatrice, e le figlie Giulia ed Elisa. Ancora da fissare la data dei funerali.

Nato e cresciuto nella sua Ascoli, il giovane Domenico era arrivato all’inizio degli anni Settanta in Friuli, giovane studente di Urbanistica con il pallino della fotografia. Proprio in un istituto professionale marchigiano aveva dato vita a una sezione dedicata a obiettivi, camere oscure e dintorni: una sperimentazione che ha poi riproposto al Sello, dove ha insegnato prima e dopo la laurea.

Parallelamente ha inizio la sua carriera sindacale: diventa responsabile della scuola della Cgil negli anni del post-terremoto, impegnato alacremente nella ricerca degli strumenti per il rilancio della piccola e media impresa.

Il fiore all’occhiello di quella stagione sindacale è la nascita dell’Ires, che contribuirà a far camminare con le proprie gambe, prima di essere nominato alla presidenza dello stesso istituto, guidato dal 1995 al 2003. Assume poi la direzione del Progetto regionale Imprenderò (2003-2006) e quindi del dell’Agenzia regionale del lavoro e della formazione professionale.

Sono gli anni delle attività di consulenza per decine di progetti legati al lavoro per conto della Regione, degli strumenti studiati per le sempre più diffuse cooperative sociali, ma anche dei piani di rilancio della montagna. Un uomo dal «multiforme ingegno», come lo descrivono i collaboratori, capace di contribuire a dar vita a progetti innovativi anche nel campo dell’occupazione delle persone alle prese con disabilità fisiche e psichiche. Appassionato di storia, capace di dedicare ore e ore allo studio dei fenomeni sociali, Tranquilli ha lavorato fino all’ultimo.

«Lo ricordo con grande stima e affetto per la generosità, l’onestà e l’intuizione intellettuale – racconta il professor Fabbro –. Negli anni Ottanta diresse una collana di libri dell’Ires Fvg che certificava il successo della ricostruzione del Friuli e forniva proposte, alla Regione, basate sul metodo della concertazione, per uscire dalla crisi industriale di allora. Per quella storica collaborazione con lui negli anni Ottanta, ho avuto grande piacere nel tornare a lavorare con lui in questi ultimi anni sulla nuova crisi che ha colpito il Friuli negli ultimi dieci anni».

Commosso anche il ricordo del segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli: «Non solo un dirigente pubblico di primo livello ma un uomo con la passione per i temi del lavoro e dei lavoratori. L’occupazione, l’analisi e le prospettive del suo territorio facevano parte di lui e della sua vita quotidiana. Ho avuto la fortuna di partecipare a diverse sue iniziative e convegni, qualcuno anche organizzato assieme a lui: mi ha sempre insegnato il valore dello studio e dell’approfondimento. C’è il rammarico per la perdita di uno studioso competente e appassionato che, in un momento di politiche urlate e di slogan, mancherà a tutti noi».

 

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