Addio ad Alessandro Boschian l’assicuratore dai grandi orizzonti

il ritratto
fulvio comin
Aveva 79 anni, Alessandro Boschian, cavaliere della Repubblica, assicuratore, politico d’altri tempi (quelli buoni), pordenonese vero che se ne è andato mercoledì notte all’ospedale cittadino dopo un breve ricovero per complicazioni cardiocircolatorie.
Nato nel Borgo dei Cappuccini aveva avuto giovanili esperienze con il lago della Burida dalle quali aveva tratto la passione per le imbarcazioni e per la lavorazione sul legno delle stesse barche che poi, naturalmente, varava in mare, non accontentandosi di limitati orizzonti.
Nell’età giovanile lavorò a Udine e, soltanto nel 1976, ritornò nella sua Pordenone come titolare dell’agenzia di assicurazioni La Previdente. Assicurò, tra gli altri, i giovani speleologi pordenonesi, rischio che nessuno voleva prendersi. Il Gruppo crebbe anche grazie a lui.
Una linea di condotta, un modo di vedere il rapporto tra uomo e cose da fare, impegni da risolvere che Alessandro Boschian tenne a mente anche quando abbracciò la politica attiva nelle fila del Partito repubblicano italiano, di cui fu anche segretario provinciale. Certo un piccolo partito, espressione di vivaci intelligenze che s’affannavano a far coincidere gli interessi della comunità con quelli del bilancio degli enti pubblici. Ma un piccolo partito che in città poteva far “ballare” le giunte, se queste non erano conseguenti al programma.
Amico di Spadolini e di La Malfa, Boschian fu anche presidente della Pro Infanzia, ente comunale che possedeva una colonia elioterapica a Caorle nella quale si intruppavano centinaia di bambini bisognosi di un po’ di vacanza al mare ogni anno. Poi venne l’abbondanza ed i bambini, per loro fortuna, poterono andare in vacanza con i genitori. La Colonia di Caorle si svuotò e allora Boschian, con il suo modo di gestire la pubblica amministrazione, pensò che fosse uno spreco lasciare in abbandono il grande immobile e si organizzò per ospitarvi i bambini contaminati di Chernobyl e poi anche gli anziani per i quali dovette far eseguire lavori di adattamento degli spazi abitativi e trovò nell’Associazione nazionale alpini chi li fece gratis, suscitando, manco a dirlo, un’ondata di proteste da parte di coloro che volevano le gare di appalto ed una fetta di torta. Alessandro se ne infischiò e fece bene. Io che gli fui amico, lo ricorderò con ammirazione e nostalgia, anche per questo.
Alessandro Boschian lascia la moglie Olga, i figli Manuela, stimata redattrice del Messaggero Veneto, e Riccardo e il nipotino Leonardo cui era particolarmente affezionato.
Il rosario sarà recitato stasera alle 19 nel duomo di San Marco. Nella stessa chiesa saranno anche celebrati i funerali, domani alle 9. 30.
Alla famiglia Boschian, e in particolare alla collega Manuela, le condoglianze di tutta la grande famiglia del Messaggero Veneto. —
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