Addio a Travagini protagonista del mondo delle moto

«Quando gareggiavamo in moto non era soltanto la velocità la nostra passione. Mi viene in mente l’odore dell’alcol metilico, cioè il combustile delle nostre motociclette da speedway. Quell’odore per noi corridori era come una droga. Ma lo era anche per il pubblico».
Lo ha detto recentemente Renzo Travagini, in occasione del suo ottantesimo compleanno, festeggiato dalla figlia Patrizia, dai nipoti e dagli amici. Renzo Travagini, imprenditore e motociclistica, colui che ha portato in Italia lo speedway nell’immediato dopo guerra avviando così una delle primissime forme di dialogo con i Paesi dell’allora Cortina di ferro, fortissimi nella specialità, è morto nella notte del 5 gennaio all’ospedale di Udine dov’era ricoverato per insufficienza cardiaca. Aveva 82 anni.
La prima gara di speedway si corse a Trieste, nell’ippodromo, poi a Udine, allo stadio Friuli. Proprio intorno all’anello del Friuli, a cominciare dagli Anni 50, molti corridori provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est e dell’ex Jugoslavia si cimentavano, assieme a pochi friulani e ancor meno italiani, in una disciplina che stava prendendo sempre più piede. E il grande successo – la ribalta internazionale, almeno a Udine –, queste gare motocicliste lo raggiunsero nel 1971. Grazie all’impegno di Travagini, a Udine si riuscì a organizzare una tappa del campionato del mondo di speedway. «Fu un evento storico – raccontò Travagini –. Allo stadio Moretti, dopo aver lottato per ottenere le concessioni, entrarono 15 mila paganti e oltre 3 mila “portoghesi”. La folla era in delirio, la gara fu fantastica. Quella pagina di motociclismo resterà sempre nella mente di tutti coloro che fanno parte del grande mondo delle due ruote».
Lo stadio Moretti ora non c’è più, ma continua, grazie all’impegno di uomini come Travagini, ad esserci lo speedway. A Terenzano, infatti, c’è la pista dedicata a questo sport, con il moto club Olimpia che continua a seguire questa specialità motociclista, organizzando campionati internazionali.
Abbandonato lo speedway, Renzo Travagini, che è stato anche un apprezzato imprenditore (gestiva con la famiglia in via del Tiglio a Udine una negozio all’ingrosso e al dettaglio di materiale elettrico e ha dato vita a una rinomata concessionaria di moto da regolarità, Motosport, ancora oggi attiva a Udine), si tuffò nella regolarità, altro sport motoristico che contribuì a diffondere in Fvg, regione che diede e continua a dare tanti piloti di primo piano: su tutti Edi Orioli, che Travagini apprezzava molto.
In questa disciplina vinse, non più giovanissimo, anche un campionato Triveneto. E proprio per questi motivi a Renzo Travagini, il sindaco di Udine Furio Honsell, su segnalazione dell’allora assessore allo sport Kristian Franzil, alla presenza di Andrea Mascarin, presidente della Consulta dello Sport del Comune di Udine, il 31 marzo del 2012 consegnò un riconoscimento per meriti sportivi.
«Travagini – disse Honsell – è stato non solo un campione sulla moto, ma ha pensato anche alla sua città e allo sport, impegnandosi ad organizzare eventi che a Udine hanno richiamato l’interesse della stampa specializzata di tutta Europa. E Udine gli è riconoscente sia per quegli eventi sia per aver sostenuto lo sport facendo crescere piloti che a sua volta hanno reso celebre Udine e il Friuli. Fra i presenti anche alcuni campioni degli anni ’70 e ’80 come Aldo Borgnolo, Sandro Pravisani, Giuseppe Dentesano, Alberto Gennaro. Oltre a pilota e ad organizzatore di eventi, Travagini è stato responsabile per molti anni anche della Fmi per il Fvg, preparatore e restauratore di moto apprezzato in tutta Italia.
I funerali saranno celebrati domani, alle 12, nella chiesa del cimitero di San Vito.
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