Addio a Sergio Fontana, nonno di Lisa Vittozzi e albergatore a Sappada

SAPPADA. Comunità di Sappada in lutto per la morte di Sergio Fontana, contagiato dal Covid. Un marito, un padre, un nonno e un grande lavoratore che, nei suoi 84 anni di vita, si è distinto per il suo impegno professionale e la tanta dedizione alla famiglia.
Era il nonno della campionessa di biathlon Lisa Vittozzi, ma era anche il marito di Lea Ponitl, la donna che 54 anni fa aveva scelto per moglie e che, insieme a lui, per tanti anni, da quando Sergio aveva chiuso la sua ditta di calcestruzzi, che per molto tempo lo aveva visto impegnato nel settore edile, ha condotto lo storico Hotel Valgioconda. Sergio per un lungo periodo, fino alla sua pensione, è stato l’apprezzato cuoco dell’albergo, oltre che presidente del Calcio Sappada. Nel corso della loro lunga storia d’amore, Sergio e Lea hanno avuto 4 figli da cui sono nati i loro 6 nipoti: una numerosa famiglia che per Sergio era la vita. Ma, nella notte tra venerdì e sabato il Covid non ha lasciato scampo a Sergio: dopo aver sentito e visto in videotelefonata la figlia Nadia, che aveva colto la difficoltà del padre di dialogare con lei, quasi esanime e costretto a indossare il casco per avere sufficiente ossigeno, Sergio, si è spento.
Fino a quando, meno di tre settimane fa, è stato colpito dal Covid, Sergio non aveva alcun problema di salute, assicurano i familiari. La notizia della sua morte ha profondamente segnato l’intera comunità di Sappada: dal primo cittadino Manuel Piller Hoffer a chi ha avuto il piacere di lavorare con lui, dai tanti sappadini che hanno raggiunto i familiari per porgere le condoglianze, al campione olimpico Silvio Fauner che lo ricorda suo grande tifoso, al punto che, Sergio, per seguire le gare del suo compaesano si era recato in Canada, a Thunder Bay, e a Lillehammer.
Ma Sergio era, soprattutto, il più grande tifoso della nipote Lisa Vittozzi: non si è mai perso una delle competizioni, se non le più lontane, che hanno visto protagonista la giovane atleta sappadina. E per Lisa, sapere che lui era lì, era la più grande felicità: «Mio nonno era il mio mito, era il mio esempio di forza e lealtà, era una guida fondamentale per me - ci dice la biatleta trattenendo a fatica le lacrime - da lui ho imparato i valori più importanti e, anche se non potrà più assistere alle mie gare in pista, so che veglierà su di me anche da lassù e vincerò per lui».
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