Addio a Pino, da decenni pizzaiolo a Lignano

Lavorava “Al bagnino” ma aveva cominciato dal “Baby” e “O’ Sole mio”. I funerali saranno celebrati martedì 14 gennaio a Sabbiadoro
Pino Favella (a destra) con la titolare Angela e il bagnino Ettore
Pino Favella (a destra) con la titolare Angela e il bagnino Ettore

LIGNANO. La pizza la sapeva cucinare a regola d’arte. E per il suo carattere, umile e affabile, era conosciuto in tutta la località. Pizzaiolo a Lignano Sabbiadoro da oltre vent’anni, Giuseppe Favella, da tutti conosciuto come Pino, classe 1956 e originario di Monopoli, Puglia, è morto: a portarselo via, in poco più di un mese, è stata una malattia. I funerali saranno celebrati martedì 14 gennaio, alle 15, nella chiesa di Sabbiadoro.

La passione per la pizza gli scorreva nel sangue: tra Udine, Bibione e Lignano, Pino ha lavorato in svariate pizzerie lungo tutta la vita, scandita prevalentemente dal ritmo delle stagioni estive. A condurlo in Friuli Venezia Giulia e a farlo appassionare della cucina è stata la leva, che lo ha attirato nel capoluogo friulano appena diciottenne.

Persona seria e cordiale, la scomparsa di Pino è stata un colpo difficile da incassare per la maggior parte della comunità lignanese. Il tam tam di messaggi di cordoglio è iniziato fin da subito, non appena la notizia è iniziata a diffondersi tra i bar e i locali della città.

Dipendente degli stessi ristoratori da trentasei anni, Pino negli ultimi dieci ha lavorato “Al bagnino” di Lignano. Ma prima ha cucinato anche tra i fornelli del “Baby” e del “O’ sole mio”, sempre nella località marittima.

«Lavorava con dedizione e grande passione. Era Puntiglioso e in gamba – racconta Angela Buffon, titolare di “Al bagnino” –. Pino aveva un grande senso dell’umorismo, resistergli era impossibile. Ci sapeva fare con le persone e in modo particolare con i bambini: quando lo vedevano gli si arrampicavano addosso per giocarci».

Pino lascia quattro fratelli: Francesco, Anna, Vito e Adriana. Ma non solo. «Aveva una marea di amici in tutta Lignano – continua Angela –. Testimonianza dell’affetto di cui era circondato è stata la grande quantità di persone che gli hanno fatto visita nelle giornate in cui si trovava in ospedale.

Pino, commosso, ad un certo punto ha detto: “Vista tutta la gente che sta venendo a trovarmi, qualcosa di buono devo essere riuscito a farlo nella vita”». È stata un’esistenza travagliata e densa di sacrifici, quella di Pino. Ma la dignità lo ha da sempre contraddistinto. «La “cazzimma” gli ha fatto affrontare e superare tutte le difficoltà che la vita gli ha presentato davanti. Avevo grande stima di lui» continua Angela.

Da poco era riuscito a raggiungere un risultato atteso da anni. «Ha sempre avuto il problema dell’alloggio. E proprio negli ultimi mesi era riuscito a ottenere un appartamento del condominio in social housing che aveva appena finito di arredare – racconta Paolo Ciubej che, oltre a essere assessore di Lignano, è stato amico di lunga data e titolare di Pino –. Adesso era il più felice del mondo. Lo sconforto è tanto – continua –, era una persona dalla impareggiabile professionalità e invidiabile dignità».



 

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