Addio a Pierluigi Cappello, il ricordo degli amici: «Ha dato tanto ora ci lascia le sue parole»

CASSACCO. Il poeta se ne è andato prima che un raggio di sole entrasse nella sua stanza. Pierluigi Cappello, 50 anni, è morto, domenica, alle 6.50, nella sua casa di Cassacco. Il cantore del nostro tempo che aveva trasformato la tragedia in poesia, ha dovuto arrendersi al cancro contro il quale lottava da tempo. Nato nel 1967, Cappello era costretto in carrozzina dall’età di 16 anni, da quando sbalzò dalla moto condotta da un amico che nell’incidente morì. Ma lui, come scrisse in “Un dolore lungo un addio”, il racconto dedicato al terremoto del 1976, nato e cresciuto a Chiusaforte tra «la reticenza delle carezze, un misurato torpore degli affetti, che si incendiava quando veniva dischiuso dalla fiducia», reagì e ora, nei suoi versi, lascia un insegnamento di vita.
In queste ore, la casa del poeta è invasa dall’affetto di chi con Cappello condivise la gioia dell’essere bambino prima che l’incidente gli cambiasse la vita. Di chi lo spronò quando scriveva prima che il mondo se ne accorgesse. Di chi lo curò per anni diventando il suo confidente. E poi c’è l’affetto delle persone più intime, il fratello Stefano con i figli Chiara e Nicolò che, solo pochi giorni fa, con la loro presenza, regalarono all’amato zio un momento di felicità. Ai familiari si unisce la compagna Fabiola Bertino, la persona che l’ha tenuto per mano fino al trapasso. Tutti piangono la persona – queste le parole della compagna – che «ha insegnato a vivere e a morire».
VIDEO
Gli amici vanno e vengono in silenzio, ricordano con riconoscenza quanto hanno ricevuto da quel piccolo grande uomo che con il destino non se l’era mai presa. «La serenità e la consapevolezza della strada che stava intraprendendo sono sempre state con lui. Lo portavano a proteggere chi aveva incontrato e chi amava». La compagna si commuove e rientra nella camera ardente. Trattiene a stento la commozione pure Giovanni Degano, Paolo per gli amici. Lui è un infermiere in pensione e aveva conosciuto Cappello quando a 16 anni, in un letto dell’ospedale Gervasutta, si era reso conto che la carrozzina avrebbe condizionato la sua vita. «Era il piciul (piccolo ndr) del reparto, per me era come un figlio».
Tra l’infermiere e il paziente nacque un’amicizia vera al punto da far scegliere al poeta di andare a vivere a Cassacco, nel paese di Giovanni. «Mi ha dato molto», rivela l’infermiere che assieme al primario dell’Unità spinale del Gervasutta, Agostino Zampa, e al medico di Medicina generale dell’ospedale di Tolmezzo, Paolo Agostinis, lo seguiva da sette anni. «Condivideva i miei problemi e io i suoi – ammette –, è una grande perdita umana». Negli ultimi anni di vita di Cappello, un ruolo altrettanto importante l’hanno svolto Alina e Nadia, le due governanti della casa. «Ho imparato tanto da lui, resterà nel mio cuore. Era un onore lavorare per lui». Alina raccoglie un fiore lasciato sul tavolo dai tanti amici di Cappello, lo pone nel vaso dove altri fiori colorano la camera ardente. «Sono i fiori del nostro giardino, lui li apprezzava molto».
LEGGI ANCHE:
Tra gli amici di Cappello non mancano il grafico Francesco Messina e la cantante Carla Bissi, in arte Alice, che con la voce rotta dalla commozione assicura: «Musicherò la sua seconda poesia». Tra loro era nata una sintonia artistica. «Perdiamo una persona enorme – aggiunge Messina –, teniamola cara continuando a frequentare le sue parole perché tra lui e le sue parole non c’era stacco». Altrettanto sentito l’affetto dell’imprenditrice Antonella Nonino: «Era il più grande poeta italiano, è una grave perdita non solo personale. Ci restano le sue meravigliose poesie, i suoi scritti e il suo esempio». Restano pure i suoi modellini di aereo che realizzava con Carlo Forte. Il poeta coltivava la passione per l’aeronautica fin da bambino, non a caso nel 1983, l’anno dell’incidente, avrebbe dovuto frequentare il corso per perito aeronautico. A ricordarlo è il professor Vincenzo Della Mea, cresciuto con Cappello a Chiusaforte.
«Non sono riuscito a leggere subito il racconto dell’incidente in “Questa libertà” – rivela –, il telefono dal quale partì la telefonata era quello di mia nonna». Anche gli occhi di Della Mea si riempiono di lacrime, ma poi la tristezza svanisce: «Cappello «pur avendo avuto una vita difficile se l’è goduta e ha fatto tanto». E il professor Lucio Tollis aggiunge: «Ho quasi 80 anni, ma Cappello per me era un maestro». Nella domenica di ottobre «il guerriero ha tolto l’elmo», chiosa l’architetto Christiano Sacha Fornaciari, informando che la cerimonia funebre sarà celebrata domani, alle 15, nella chiesa di Cassacco, da don Giovanni Straulino. Queste le ultime volontà affidate dal poeta all’amico Giovanni. Cappello riposerà nel cimitero di Chiusaforte, accanto alla madre.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto