Addio a Luciano Piccolo, una vita in Comune

SAN VITO. Per oltre quarant’anni è stato uno dei volti e delle anime della politica di San Vito al Tagliamento, con un carattere forte, che si univa a momenti di simpatia e si accompagnava a un grande senso pratico nel seguire opere pubbliche così come nell’affrontare problemi in apparenza minori che gli sottoponevano i cittadini. San Vito piange la scomparsa di Luciano Piccolo, 80 anni, consigliere e assessore per oltre 40 e vicesindaco a più riprese. Con numeri record, in ambito locale, in termini di preferenze. È morto alle 9.30 di venerdì, 2 febbraio, all’ospedale di San Vito. Giovedì pomeriggio aveva accusato dei problemi cardiaci e, seguito dai familiari e dal medico curante, Piero Maronese (che è anche assessore comunale), è stato portato in ambulanza al pronto soccorso, dove ha perso conoscenza e non si è più svegliato. Lascia la moglie Velia Odorico, la figlia Tamara e altri parenti. I funerali saranno celebrati lunedì, alle 15, in duomo, dove domani, alle 20, sarà recitato un rosario. Sarà possibile rendergli un saluto da Eredi Querin oggi dalle 8 alle 18.30, domani dalle 9.30 alle 11.30 e lunedì dalle 9.30 alle 14.30.
La vita e il lavoro. Nato a San Vito il 14 giugno 1937, terzo di quattro fratelli, poco più che diciottenne Piccolo emigrò in Venezuela, in cerca di lavoro. Dopo un paio d’anni rientrò e cominciò a lavorare come sorvegliante per un’azienda di escavazioni nel Tagliamento. A fine anni 60 vinse un concorso e divenne vigile urbano, servizio che prestò sempre a Pordenone sino al 1985, quando andò in pensione. Nel 1966 conobbe Velia, originaria di Bagnarola, che nell’aprile di due anni dopo sposò. Tra le sue grandi passioni il ballo («Con mamma non si perdevano una sagra ed è così che si conobbero», spiega la figlia Tamara) e soprattutto la caccia. Il 2 giugno 2005 gli fu consegnata l’onorificenza dell’Ordine al merito della repubblica italiana.
La politica. «È sempre stato al servizio del cittadino – lo ricorda Tamara Piccolo –: pensava al bene di San Vito ed era rispettoso delle istituzioni. Una grande persona: ora siamo abituati ai politici arrabbiati, mentre lui viveva la politica con la “P” maiuscola: ascoltava tutti, era pronto ad aiutare al di là della bandiera». Piccolo fu eletto la prima volta in consiglio comunale il 9 agosto 1975, con il Partito socialista. Il 19 maggio 1976 divenne consigliere e assessore, sempre col Psi, e lo rimase sino al 28 aprile 1997, nelle giunte dei sindaci – nell’ordine – Isaia Gasparotto (1976-1979), Francesco Bianchini Chivilò (1979-1983), Roberto Campaner (1983-1988) e Luciano Del Frè (1988-1997). Poi fu eletto consigliere e nominato assessore, ma con liste civiche: di nuovo con Del Frè (1997-2001), Gino Gregoris (2001-2011) e Antonio Di Bisceglie (2011-2016, periodo in cui si dimise da consigliere). Fu tra i padri delle civiche Alleanza per San Vito e Cittadini per San Vito, dalla quale si dissociò alle ultime elezioni per sostenere – ma senza presentarsi alle amministrative – Progetto insieme San Vito, ora in maggioranza. Raccoglieva centinaia di preferenze, forte del rapporto diretto col singolo cittadino. Il record nel 2006, quando primeggiò con 536 voti. Fu vicesindaco a più riprese, nonché eletto consigliere provinciale all’opposizione, in una civica di centrosinistra, dall’8 luglio 2004 al 6 giugno 2009.
Gli impegni. Nel 2015 il Comune gli aveva dedicato una cerimonia per i 40 anni di impegno politico. L’interesse per la cosa pubblica l’ha dimostrato sino all’altro giorno, nonostante il ritiro dalla politica attiva. Piccolo è stato assessore a lavori pubblici (ha seguito, tra le altre opere, la ripavimentazione del centro, i recuperi di teatro Arrigoni e castello, la costruzione di palazzetto e scuola dell’infanzia di Ligugnana), sport, servizi demografici e sicurezza. Nel 1999 promosse la costituzione del gruppo Vigilanza volontaria, coinvolgendo cittadini in quiescenza, anche provenienti da forze dell’ordine o esercito. Promosse anche un significativo ampliamento dell’impianto di videosorveglianza, che oggi conta oltre 70 telecamere. Andava pure fiero di essere stato, negli anni Ottanta, tra i fautori della ricostituzione della Filarmonica sanvitese. «Una figura di grande rilievo nella comunità, con caratteristiche di umanità, vicinanza ai ceti meno abbienti e perseguimento dell’interesse della comunità – lo ricorda Di Bisceglie –. Si è distinto per capacità amministrativa, ricoprendo ruoli significativi in materie complesse».
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