Addio a don Tarcisio, il prete scomodo che amava stare dalla parte degli ultimi

UDINE. Il Covid-19 si è portato via anche don Tarcisio Bordignon, “il prete degli ultimi”. Don Tarcisio, storico parroco della comunità udinese di San Pio X, aveva 90 anni e da qualche tempo era ospite della Fraternità sacerdotale. Da una settimana, dopo aver contratto il coronavirus, era ricoverato in ospedale nel reparto di terapia intensiva dove è morto ieri.
Dalla chiesa in periferia al ricovero di ospitalità per i pellegrini della vita. Qui il ritratto di don Tarcisio.
Prete anticonformista, ha basato la sua opera sulla convinzione che «un tetto sulla testa, un letto dove dormire e un piatto caldo non si debbano negare mai a nessuno». Da sempre schierato a favore dell’accoglienza e contro il razzismo, nei 48 anni in cui ha guidato la comunità di San Pio X, ha dato vita al centro umanitario “Pellegrini per la vita” , alla cooperativa di traslochi “Cif e Zaf” e alla prima comunità neocatecumenale di Udine. Ma tra le cose di cui andava più fiero c’erano anche «la scuola materna Erminia Linda e l’asilo nido correlato, il campo sportivo di via Valente e il Donatello, la sezione locale dell’associazione friulana donatori di sangue e anche il centro per diversamente abili in via Piutti. Senza dimenticare la chiesa vera e propria».
Una chiesa che don Tarcisio ha gestito a sua immagine e somiglianza facendola diventare, negli anni, un punto di riferimento non solo per i profughi, ma per chiunque non avesse un altro posto dove andare. Al punto che per la sua opera è stato spesso descritto come un personaggio scomodo ai vertici ecclesiastici e anche a una parte degli abitanti del quartiere. Ma per don Tarcisio gli altri venivano prima di tutto. «L’unica strada per combattere il razzismo – ripeteva sempre – è vedere nell’altro la presenza di Dio indipendentemente dalla fede che si professa, quello è il valore più grande». E così via Mistruzzi si è aperta alle comunità del territorio, e accanto ai parrocchiani si sono aggiunti il gruppo etiope, quello ghanese e i nigeriani. Ieri sono arrivate anche le condoglianze di don Gjovanni Kokona da parte del clero albanese.
Nato a Palmanova nel 1930, appena ordinato nel 1955 don Tarcisio fu inviato a Latisana come vicario parrocchiale, nel 1958, fu nominato cappellano di Cave del Predil e poi di Tarcento. Nel 1968 divenne parroco di San Pio X, comunità che ha guidato fino al 2014.
Dal sindaco Pietro Fontanini le condoglianze della città: «È morto un grande pastore, un sacerdote che ha dedicato la propria vita all’aiuto dei poveri con azioni concrete, che hanno permesso a migliaia di persone di superare momenti difficili e di guardare con rinnovata fiducia al futuro».
Don Tarcisio è la quinta vittima tra gli ospiti alla Fraternità sacerdotale dopo monsignor Elia Piu, don Elio Nicli, don Giuseppe Ribis e don Efrem Tomasini. La data delle esequie non è stata ancora fissata.
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