Acquista un maltese ma il cucciolo è ammalato: la padrona fa causa al veterinario

Acquista un cucciolo di maltese da un allevamento. Nel certificato medico, firmato da un veterinario pordenonese, si attesta che il cagnolino gode di ottima salute. Quando, però, il veterinario di fiducia della proprietaria del maltese visita il cucciolo, scopre un gravissimo soffio al cuore.
Se il maltese non sarà sottoposto subito a un intervento cardiochirurgico urgente, morirà. La proprietaria dell’animale viene indirizzata a una clinica specializzata di Milano, l’unica struttura in grado di effettuare la delicatissima quanto costosa operazione chirurgica. Il conto dell’intervento è salato: 2.800 euro. Ma il cucciolo si ristabilisce completamente e oggi, cinque anni dopo, sta bene.
La proprietaria chiede conto dei danni all’allevamento, che si offre di rimborsarle l’acquisto dell’esemplare, chiedendone però la restituzione. Ormai, però, la pordenonese si è affezionata al cagnolino e sceglie, così, di adire a vie legali per ottenere il risarcimento delle spese sostenute per la costosa operazione alla clinica milanese.
La proprietaria porta in tribunale l’allevamento del Friuli occidentale che le ha venduto il cucciolo nel 2012. Il giudice di pace, però, assolve gli allevatori: non hanno alcuna responsabilità nella vicenda, ritenevano che il cucciolo fosse sano sulla base del certificato medico redatto dal veterinario.
All’esito della prima sentenza, è partita una seconda causa dinanzi al giudice di pace Anna Salice. Stavolta l’azione legale è nei confronti del veterinario. Si tratta di una causa extracontrattuale per la lesione del diritto di credito sulla base del principio sancito da una sentenza della Corte di cassazione degli anni Ottanta che ha fatto scuola in questo campo. Una collezionista aveva comprato dei presunti dipinti di De Chirico, poi risultati falsi.
Allora la suprema corte non condannò chi li aveva venduti, ma il critico d’arte che ne aveva attestato l’autenticità. Così ora la proprietaria del maltese non chiede i danni agli allevatori, ma al veterinario che ha erroneamente certificato lo stato di salute del cagnolino.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto