Acqua, lotta ai veleni e analisi messe on line

Rispettati i limiti di potabilità, ma ci sono ancora inquinanti Tracce di glifosato nell’europarlamentare vegetariano

PORDENONE. «Un nuovo database sulla qualità dell’acqua sarà nella piattaforma web dell’Aas5 entro due mesi». Tutti i cittadini potranno finalmente conoscere la qualità dell’acqua dei rubinetti di casa.

Lavori in corso al tavolo della Regione Fvg per la banca dati sullo stato di salute di falde, pozzi, sorgenti e Lucio Bomben, dirigente del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria, ha anticipato il progetto. La lotta contro pesticidi, atrazina, Dact e veleni nell’acqua va avanti. Se ne è parlato al convegno “La contaminazione da pesticidi nelle acque” nella sala consiliare della Provincia.

La curiosità? La diffusione dei dati delle analisi delle urine dell’eurodeputato Marco Zullo, vegetariano convinto: mostrano tracce di glifosato, come capita spesso a chi mangia tanta verdura. Risultato? «Bisogna bloccare l’uso di pesticidi e diserbanti – dicono in coro gli esperti con l’associazione “Terrae” – in agricoltura». Ma di agricoltori in sala pochi e anche di politici: solo l’assessore Stefania Boltin, nella prima parte della serata, e il consigliere Nicola Conficoni.

I problemi sono stati messi a fuoco da Pietro Paris dell’Ispra, il giornalista Giorgio Simonetti e Mauro Trevisan, direttore operativo di Hydrogea: in Fvg l’inquinamento dell’acqua nel sottosuolo è maggiore che in superficie. Preoccupa la zona nord di Pordenone, con problemi nell’acqua pubblica

(pozzi e acquedotti). L’uso dei diserbanti e atrazina è un “nemico” di cui si ignorano le dimensioni reali. Che fare? «L’idea è di creare un gruppo di acquisto – ha proposto Simonetti – per monitorare la nostra acqua a Pordenone e provincia, con analisi periodiche».

Lui lo ha fatto a spese sue. «I problemi sono nelle acque sotterranee – è stata la diagnosi –. I metaboliti risultano presenti anche a -180 metri: atrazina, Dact nelle acque di pozzi di emungimento di diverse centrali idriche situate nel territorio della Bassa Friulana e della provincia di Pordenone». Hydrogea ha in programma il pescaggio di acqua libera da contaminazioni a Pordenone nord e nella zona rifornita da via Fornace.

«La Regione Fvg – ha detto Trevisan – investirà una cifra importante su nuovi pozzi a -320 metri e anche filtri di carbone attivo». I filtri sono una difesa importante per liberare l’acqua dai veleni, ma costano 100 mila euro l’anno di gestione e 1,5 milioni di euro per un pozzo in profondità.

L’acqua analizzata da campioni dall’acquedotto, intanto, è migliorata nei monitoraggi mostrati. In estate aveva un valore di 0,11 microgrammi-litro di Dact e di 0,06 microcrammi-litro di desetilatrazina. Dopo quattro mesi i valori sono diminuiti per Dact a 0,03 microgrammi-litro. «L’atrazina – ha detto Paris – è vietata dal 1992, ma è ancora nelle falde».

L’alternativa agli erbicidi è il pirodiserbo o tenersi le erbacce. L’acqua, a norma di legge, è potabile. I limiti si attestano a 0,1 microgrammi-litro, con oscillazioni di 0.04. «Ci sono stati, però, sforamenti Dact a Pordenone, San Daniele, Porcia, Cordenons – ha concluso Bomben – oltre che Aviano, Zoppola, Sacile, Fiume Veneto. Ora è la volta di Porcia, Cavolano, Tauriano».

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