Accusato di istigazione all’odio razziale per le frasi pronunciate durante l’udienza
«L’ebreo non ha firmato la querela». «L’ebreo dice nella querela che è orgoglioso di essere ebreo». Simili frasi parrebbero essere state prese pari pari dal verbale di un processo celebrato durante il nazismo: sono invece state pronunciate con tono ironico e dispregiativo in un’aula del tribunale da parte dell’avvocato Giuseppe Turco.
Il pm Federico Frezza, il magistrato titolare del fascicolo, ha chiuso la fase delle indagini preliminari e si accinge a chiedere il rinvio a giudizio dell’avvocato Giuseppe Turco. Il professionista di Udine è accusato di istigazione all’odio razziale e in particolare di aver diffuso idee sulla superiorità razziale durante un’udienza nell’aula di giustizia.
La data dell’episodio è quella del 25 novembre 2013. Turco aveva pronunciato quelle frasi riferendosi al collega Alberto Kostoris, di fronte agli sguardi stupiti ed esterrefatti dello stesso Kostoris, del giudice Giorgio Nicoli, del cancelliere e degli altri legali presenti. In quella circostanza l’avvocato udinese era in aula come difensore di Paolo Polidori, il capogruppo della Lega Nord in Provincia accusato a sua volta di avere violato la Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.
Il giudice Nicoli, riguardo alle frasi pronunciate da Turco in udienza durante il processo per le affermazioni di Polidori, aveva invitato l’avvocato a usare un linguaggio più consono al Tribunale. Turco aveva anche replicato di non trovare nulla di strano nelle proprie affermazioni: «C'è chi è ebreo e chi è slovacco...». E poi - riferendosi a Kostoris - aveva parlato di «ebreo querelante».
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