Accelerazione e firme Il “Mediterraneo” a Palazzo San Marco

L’accordo è stato messo nero su bianco ieri mattina. Ed è stato firmato da un paio di imprenditori pordenonesi, proprietari dei muri, e dallo chef, nonché detentore del marchio, Orlando Bortolami. Il ristorante pizzeria Mediterraneo, che alcuni mesi fa ha chiuso i battenti a Tamai di Brugnera, si trasferisce a Pordenone. «Apertura tra fine settembre e primi di ottobre», conferma con una certa soddisfazione Bortolami.
Alcuni imprenditori pordenonesi hanno acquistato i muri del piano terra di palazzo San Marco, edificio che una cordata veneta aveva rilevato dall’Inail un paio di anni fa e la cui ristrutturazione generale è in dirittura d’arrivo. Una parte del piano terra, dunque, sarà occupata dal nuovo Mediterraneo, che manterrà il nome e probabilmente anche lo stile, sicuramente l’offerta: prodotti italiani di alta qualità.
«Si parte subito con i lavori», anticipa lo chef che potrà contare su 350 metri quadrati, spazio leggermente più contenuto rispetto a quello a Tamai. «Obiettivo ripartire al più presto possibile. Il prodotto resta quello, l’alta qualità pure, lo stile potrebbe essere diverso. Non potrà essere uguale al precedente, ci siamo affidati a un architetto. Il problema principale, infatti, è il distanziamento sociale e, di conseguenza, la distribuzione dei coperti».
Non resta che attendere, dunque, fine settembre, quando il nuovo locale avrà preso forma. Bortolami, 53 anni 15 dei quali trascorsi nella Bassa Pordenonese, ha lasciato Tamai in quanto erano cambiate le condizioni di permanenza e l’emergenza pandemia non ha certo aiutato. «Per restare occorreva comprare i muri e non ho ritenuto il prezzo compatibile con l’economia della gestione di un locale come questo, in tempo di pandemia».
Mediterraneo «continuerà a portarsi dietro – conclude Bertolami – quella qualità che l’ha caratterizzato sino ad ora. La nostra declinazione di cibo è quella legata alle culture del bacino mediterraneo, culture calde e pregne di profumi e sapori unici al mondo». —
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