Accattonaggio ed elemosina: multe invariate a Udine

Da 50 a 300 euro. Sanzioni più severe per i graffitari (600 euro). L'assessore comunale Venanzi: regole dettate dal buon senso. Pittoni: 3 anni buttati

UDINE. «Su tutto il territorio comunale è vietato l’accattonaggio molesto» ovvero la richiesta di denaro con «modalità insistenti o petulanti o minacciose». Non si può chiedere l’elemosina agli incroci, nei parcheggi, davanti a monumenti, alla stazione ferroviaria, all’ospedale e alle strutture sociosanitarie, ma nemmeno in cimiteri, mercati e se si rischia di interferire con attività commerciali e pubblici esercizi. Inoltre, è vietato chiedere l’elemosina «con minori di diciotto anni o con sfruttamento di animali».

L’articolo 19 del regolamento della polizia locale, approvato lunedì sera in commissione Statuto con l’astensione del Movimento 5 Stelle e che sarà discusso durante il prossimo consiglio comunale, rimane invariato e prevede sanzioni da 50 a 300 euro per chi non osserverà le regole.

Nonostante gli emendamenti proposti – quello presentato dal movimento grillino è stato rigettato, mentre l’altro è stato ritirato dallo stesso firmatario, il consigliere Enrico Berti –, nella parte in cui si fa riferimento all’accattonaggio, il testo licenziato non prevede modifiche rispetto alla precedente.

Sanzioni più severe, invece, per i graffitari, con multe che raddoppiano e passano da 50/300 euro a un minimo di 100 sino a 600 euro.

Si inaspriscono le pene, dunque, per i trasgressori, mentre per i proprietari degli immobili imbrattati non vi sarà obbligo - come invece prevedeva una prima stesura del testo - di ripulire le scritte, sulle quali, all’occorrenza, interverrà l’amministrazione.

«Qualora si tratti di scritte a contenuto politico o blasfeme o contrarie alla pubblica decenza - si legge all’articolo 13, sul decoro di fabbricati e le scritte sui muri - sarà fissato un termine perentorio dall’autorità competente e in caso di inadempienza o di impossibilità dell’obbligato», sarà l’amministrazione a provvedere.

«Obiettivo del lavoro era quello di raggiungere il più largo consenso, anche delle altre forze politiche – sottolinea l’assessore comunale alle Attività produttive Alessandro Venanzi –, per mettere a punto un testo condiviso di regole chiare e precise, su decoro e sicurezza, secondo le esigenze dei nostri tempi e legato al buon senso e all’amore per la città».

Un lavoro che per Mario Pittoni capogruppo della Lega Nord a palazzo è andato fin troppo per le lunghe. «Dopo tre anni è stato approvato l’aggiornamento – afferma –: se sono questi i tempi della politica cittadina, si capisce perché la città è ferma».

E se il nuovo testo è frutto di un «approccio non ideologico, con l’obiettivo di dotare la polizia municipale di strumenti coercitivi e operativi per intervenire anche su fattispecie che in precedenza non erano previste», come afferma Venanzi, il sindaco, incalza Pittoni, «dovrebbe spiegare perché l’ha tirata avanti così a lungo. La questione non è mai stata ideologica, è il ritardo a esserlo».

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