Abbattuto mezzo secolo fa La nostalgia dei cordenonesi per il “vecchio” municipio

l’anniversario
milena bidinost
Sono passati 50 anni dalla demolizione del vecchio municipio di piazza della Vittoria. E molti cordenonesi lo ricordano con nostalgia.
Nell’estate del 1969 la grossa palla demolitrice ne colpì con violenza le mura, cancellando 100 anni di storia. A quell’evento il Ciavedal ha dedicato un approfondimento nella sua rivista annuale che sarà presentata al pubblico mercoledì 18 dicembre alle 20.30 nella sala riunioni del centro parrocchiale di Santa Maria Maggiore. La storia che – tra il 1965 e il 1969 – ha portato le amministrazioni di allora alla scelta di demolire è stata oggetto di una ricerca durata un anno tra i documenti dell’archivio comunale per trovare le delibere con cui ricostruire i fatti e tra le testimonianze di chi era presente.
Il risultato è un servizio dettagliato, a firma di Raffaele Cadamuro, vicepresidente del Ciavedal, che svela come, contrariamente a quanto si può pensare oggi, la decisione di demolire fu assunta all’unanimità, nel 1968 in consiglio comunale. Non solo, ma fu l’intera operazione municipio in tutte le sue fasi – dall’iniziale progetto e lavori di ristrutturazione alla decisione di demolirlo per ragioni di staticità – ad avere goduto sempre dell’accordo tra maggioranza e opposizioni. In altre parole, ciò che oggi è vissuto come una scelta sbagliata, cinquant’anni fa non fu mai messo in discussione. Nel luglio del 1965 l’amministrazione guidata da Beniamino Fait approvò un progetto per la sistemazione e manutenzione straordinaria del palazzo municipale. A ottobre il cantiere fu aperto, ma subito iniziarono problemi legati alla staticità dell’immobile che portarono alla sospensione dei lavori, in attesa di una rivisitazione del progetto. Si parlò poi di ampliamento dell’edificio esistente con un nuovo progetto. Nel mezzo ci furono le dimissioni del sindaco Fait, il commissariamento del Comune e a febbraio del 1967 l’insediamento del nuovo sindaco, Luigi Gaiotti. Si arrivò infine al 1968 alla delibera con cui il consiglio votò all’unanimità a favore della costruzione di un nuovo municipio. La motivazione? «Il vecchio edificio non presenta le caratteristiche di stabilità e funzionalità», recitava la delibera.
A chiudere il servizio di Cadamuro è poi la storia del vecchio municipio, con una serie di foto storiche che lo ricordano. È questo solo uno dei servizi di una ricca sezione di storia che spicca tra le 72 pagine del Ciavedal, rivista scritta in buona parte in folpo con testo a fronte, a partire, dall’editoriale del presidente Paolo Dalmazi. —
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