A villa Manin si proietta Amarcord di Fellini

In corso a Villa Manin il viaggio nei set di oltre trent’anni di storia del cinema italiano, visitabile nel complesso di Passariano fino al prossimo 22 giugno, con la mostra “Trame di cinema. Danilo Donati e la Sartoria Farani, i costumi nei film di Citti, Lattuada, Faenza, Fellini, Pasolini, Zeffirelli”. L’allestimento svela la straordinaria collezione di costumi di scena disegnati dal genio creativo di Danilo Donati - per cinque volte candidato al Premio Oscar e vincitore di ben due statuette - per grandi maestri del cinema italiano tra tutti Federico Fellin, Pier Paolo Pasolini e Franco Zeffirelli.
Tra gli oltre cento abiti presenti in mostra, tutti legati a pagine indimenticabili del nostro cinema - dal Richard Burton della Bisbetica domata di Zeffirelli (nomination all’Oscar per i costumi nel 1968) alle marsine indossate da Donald Sutherland nel Casanova di Fellini (Oscar nel 1977), di cui si espone anche il frac blu di Marcello Mastroianni in Intervista, uno dei celebri Clowns e i sontuosi costumi di Satyricon fino all’ampia sezione dedicata al sodalizio con Pier Paolo Pasolini - spicca il cappottino rosso della Gradisca di Amarcord, probabilmente il film più autobiografico di Fellini.
E proprio il film, premio Oscar per la migliore pellicola straniera nel 1974, sarà al centro degli appuntamenti collaterali alla mostra nelle giornate di sabato 29 e domenica 30 marzo, con la proiezione del film nella sala Convegni della Villa alle 17 a ingresso libero. Il paese di Fellini, la sua giovinezza, i suoi amici in una Rimini ritratta durante il fascismo, con una ricchezza insuperata di volti e luoghi, di divertimenti e finezze, di malinconie e suggestioni.
La notorietà di questo film è tale che lo stesso titolo "Amarcord" (derivante per composizione dal dialetto romagnolo"a m'arcord", ossia "io mi ricordo") è diventato di uso comune nella lingua italiana, un neologismo con il significato di ricordare, in chiave nostalgica... Il film uscì nelle sale italiane a dicembre del 1973 ed è stato selezionato tra i 100 film da salvare.
Curiosità dei giorni scorsi, l’arrivo a Villa Manin di Vladimir Luxuria, che non ha mancato di farsi scattare una foto ricordo proprio accanto al cappotto della Gradisca. Luxuria si è detta entusiasta ed emozionata da una mostra così ricca e capace di rievocare ricordi profondi legati ad alcuni dei film hanno segnato la sua vita, lasciando un appassionato ringraziamento sul libro presenze della mostra.
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