A un anno dalla scomparsa si ricorda Luciano Lunazzi

UDINE. “DReAM” aveva scritto in grande, Luciano Lunazzi sulla fiancata di un bus disegnato su un piccolo quadro, venduto per strada a una mia amica nell’estate 2016. Lo aveva realizzato, com’era solito, su un cartone riciclato utilizzando pennarelli e quel bus, con sembianze, animalesche immerso in uno sfondo di, ectoplasmi multiformi, materializzava i suoi sogni.
Sogni che teneva sottobraccio mentre girava, sempre a piedi, per la città. Sogni da mostrare o da vendere e sogni ancora da raccontare nei cartoni vuoti che erano sempre pronti per essere dipinti, con i pennarelli, fuori o dentro i bar.
Questo era Luciano Lunazzi, pittore di strada, morto improvvisamente nella sua casa di Udine, un anno fa, il 4 ottobre. Luciano era sempre tra la gente, dove ha dipinto per oltre venti anni, in strada e nei bar, prima in molti paesi europei e poi, dopo trent’anni di vita da hippie in giro per il mondo, in Friuli a Udine.
Fu in Spagna che, per risparmiare, imparò a utilizzare i cartoni al posto delle tele e li raccoglieva in strada riciclando quelli abbandonati fuori dai negozi e fu in Spagna che nel 2004, in un momento difficile disse: «Perché non essere pittore a Udine?».
Decise così di tornare in Friuli dove continuò a dipingere fino alla fine: cartoni, ma anche tele, magliette, sedie e mobili. Fece la sua prima mostra alla Libreria Feltrinelli nella primavera del 2010, grazie alla collaborazione dei numerosi amici. Per lui non era importante la tecnica di esecuzione, ma il messaggio: gli interessava esprimere idee, comunicare.
Dipingere per lui significava stare liberamente insieme alle persone e agli amici. Nacque a Chialina di Ovaro, in Carnia, nel 1952 e a sette anni emigrò con la famiglia in Svizzera vicino a Neuchâtel, al confine con la Francia. Poco più che ventenne, nel 1975, partì per l’Hippie Trail, la rotta della beat generation, e viaggiò quasi trent’anni, vivendo da hippie, ossia alla giornata e visitando così quasi tutto il mondo, imparando cinque lingue; anche a Udine continuò a vivere da hippie.
Stasera sarà ricordato alle 20 dagli amici del circolo culturale “La lanterna”, da lui fondato nel 2016, nel bar “La tavernetta”, in via Cividale 66, suo luogo abituale di ritrovo e di lavoro. Il 26 ottobre nel castello di Udine, dalle 11 alle 19 il comune gli renderà omaggio con una mostra di quadri, di fotografie e con la presentazione del “Regesto” delle sue opere realizzato dal sottoscritto, che ha catalogato, fino ad ora, oltre 700 opere.
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