A Tarvisio ritorna il gatto selvatico

TARVISIO. Dopo la lontra, il gatto selvatico. É il secondo ritorno importante di una specie rara nel territorio del Tarvisiano. Nelle ultime settimane è stata accertata la presenza di almeno cinque o sei esemplari nel compendio delle Alpi Giulie confinanti con il territorio della Slovenia, ma il felino è stato notato anche nei boschi delle Carniche.
«Insieme alla presenza, sebbene rara, della lince e dell’orso, di quella sporadica dello sciacallo dorato e quella stabile dei grandi rapaci ciò mostra - spiega l’esperto faunistico Paolo Molinari -, come qui la catena alimentare possa decorrere ancora sino ai suoi anelli terminali.
E questo è una importante certificazione ecologica e naturalistica per la Foresta, se mai ce ne fosse ancora bisogno. Il ritorno del gatto selvatico peraltro era giá stato documentato dai ricercatori del Progetto Lince Italia, un gruppo di studio dell’Universitá di Torino, diversi anni fa. I pochi rilevamenti sporadici di allora, sono cresciuti però nel tempo».
Il ritorno è iniziatouna decina di anni fa, con una espansione verso il Nord-Est e Nord-Ovest, con provenienza dalle foreste friulane del sud est e dai monti dinarici sloveni, dove vive una popolazione vitale di questa specie.
«Tuttavia in questa occasione - continua Molinari -, grazie alla passione di tre naturalisti fotografi, è stato possibile raccogliere un documento eccezionale.
Non solo perchè certificante la presenza stabile di un gatto selvatico, accompagnato da fotografie di rara bellezza per la specie, ma anche per le note comportamentali raccolte nel corso delle osservazioni protrattesi nel corso della seconda metá dell’inverno in corso, dai tre appassionati».
Valentino Pittino, Mario De Bortoli (anche direttore della locale riserva di caccia) e Renato Pontarini, infatti, hanno osservato per settimane il gatto muoversi con disinvoltura in aree con forte innevamento, cosa che risulta essere nuova. «Il limite di copertura nevosa era infatti sempre stato considerato dagli esperti come un confine alla sua distribuzione biogeografica.
Qui nel Tarvisiano, invece – spiega Molinari – il gatto selvatico ha colonizzato anche le aree piú impervie e spiccatamente innevate. I tre naturalisti lo hanno osservato cacciare topi, uccelli e nutrirsi per diverse settimane di una carcassa di cervo, perito per cause naturali, favorendo così la chiusura della catena alimentare.
In definitiva – conclude l'esperto Molinari - sono contento per questa importante documentazione e felice che la pazienza e la costanza sia stata premiate da eccezionali scatti».
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