«A Pordenone la piccola Jenny è rinata»

La bimba haitiana, 10 anni, vittima del terremoto del 2010 è stata operata da un’équipe super specializzata: un intervento complesso e delicato. Adesso sta per tornare a casa. «È fantastica, tutti l’abbiamo coccolata»

PORDENONE. Sarà dimessa nei prossimi giorni dal reparto di pediatria dell’ospedale di Pordenone la piccola Jenny, di Port-au-Prince a Haiti, sottoposta a un complesso intervento chirurgico di ricostruzione dell’apparato urologico e genitale che le permetterà di avere una vita normale. Un intervento realizzato grazie alla fondazione Francesca Rava e al primario del Roberto Dall’Amico, da anni volontario della fondazione.

La storia. Jenny ha 10 anni ed è stata vittima del terremoto del 2010: era appena rientrata a casa con la madre quando l’edificio è crollato. Nel terremoto ha perso il padre. Lei è stata schiacciata da un armadio che le ha gravemente danneggiato il bacino.

«Di bambini con sindromi da schiacciamento del bacino – racconta il dottor Dall’Amico – ne abbiamo visti diversi e a Haiti non ci sono le strutture per curarli». La piccola viveva con un catetere che ha compromesso l’esistenza: non andava più a scuola né frequentava i suoi coetanei per giocare.

Nella ricerca di cure, Jenny è arrivata all’ospedale della fondazione, il San Damien, dove ha incontrato il primario pordenonese. È stato deciso l’intervento a Pordenone, ma ci sono voluti tre anni a causa di diversi problemi, per realizzare il progetto. Finalmente a giugno la bimba e la madre sono arrivate all’ospedale cittadino.

L’intervento. Per Jenny è stata creata una equipe specializzata di urologia pediatrica composta da Waifro Rigamonti, direttore di chirurgia pediatrica del Burlo Garofolo di Trieste e Antonio Garbeglio, direttore di Urologia dell’ospedale di Pordenone.

Un’équipe di alto livello che ha operato Jenny il 4 luglio: «È stato un intervento di alta chirurgia – ha spiegato Dall’Amico – che non si fa in tutti gli ospedali tutti i giorni». L’operazione è riuscita e per la bambina si prospetta una vita normale.

L’esperienza umana. Jenny ormai è pronta a tornare a casa e del soggiorno italiano ha apprezzato tutto ciò che un bimbo della sua età ama: dalla pizza al gelato, dai cartoni animati alle gite ma soprattutto «giocare con gli altri bambini», come ha spiegato. Ha trascorso più di un mese coccolata dal personale del reparto: «È una bambina che si è fatta amare da tutti – racconta Fedora Nascimben, la coordinatrice infermieristica –. Superati i momenti critici è andato tutto bene».

Impegnati anche i volontari della Fondazione Rava che hanno aiutato lei e la mamma in questo percorso. «Abbiamo informato tutti i nostri volontari di Pordenone – spiega Emanuela Ambrecht, coordinatrice dei progetti medici della Fondazione Rava –: una decina di persone in queste settimane è sempre stata vicina a Jenny e alla mamma».

L’ultimo fine settimana in provincia le due haitiane lo trascorreranno proprio a casa di una di loro nell’ottica dell’accoglienza umana. «Alla fine - commenta Dall’Amico – siamo noi che ringraziamo Jenny. È una gioia condivisa».

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