A Pordenone arrivano i primi contenitori smart e nascondi bidoni: si parte da umido e vetro in centro storico

Da rossi a marroni, blu per le bottiglie, come da norma Ue. Diventeranno smart, coi lettori di scheda. In periferia niente copertura

Per ora sono solo nuovi “nascondini”, contenitori di metallo pensati per rendere più gradevole e ordinata la raccolta dei rifiuti in centro storico (una scelta simile è stata fatta in passato in vicolo delle acque). La sperimentazione, che interessa i contenitori dell’umido e del vetro sarà soggetta al giudizio dei cittadini, non si limita però a questo. «I cassonetti – spiega l’assessore Stefania Boltin – hanno la predisposizione per inserire il lettore di scheda. L’idea è di provare la raccolta “intelligente” e quindi con la tessera, anche per evitare che le persone tocchino le maniglie. In tempo di Covid, a maggiori ragione, è sconsigliato».

La sostituzione dei contenitori del vetro e dell’umido proseguirà in tutta la città – entro aprile saranno sostituiti 3400 cassonetti – perché vanno adeguati alla normativa europea. «I cassonetti dell’umido saranno marroni e non più rossi – precisa Boltin –, quelli del vetro saranno blu». Se le coperture in centro piaceranno all’utenza «vedremo di adottarle in altri punti».

«Il cambio dei bidoni sparsi in tutta la città accresce l’igiene e il decoro – commenta invece il sindaco Alessandro Ciriani –, inoltre la loro manutenzione e lavaggio rischiava di essere antieconomica». Si pensa inoltre alla sostituzione dei cassonetti grandi. «Stiamo aspettando gli esiti dello studio che ci dirà se è meglio passare alla raccolta rifiuti «porta a porta spinta» oppure mantenere questo sistema – spiega ancora il sindaco –. Visto le ottime performances di Pordenone sulla raccolta, testimoniate dalle classifiche nazionali, credo che lo studio ci dirà di continuare così. In tal caso cambieremo anche i cassonetti grandi. Lo faremo un po’ alla volta, anno dopo anno, visto l’ingente investimento quantificato tra gli 800 mila euro e il milione».

Per quanto riguarda la raccolta porta a porta, come è emerso più volte in consiglio comunale, il sindaco si è sempre mostrato tiepido: sia per l’aumento di spesa che deriverebbe al servizio, sia per le polemiche (in questo Udine ha fatto scuola). Resta però il fatto che, da Porcia a molti comuni dell’hinterland, la raccolta porta a porta è presente in molte cittadine e questo ha aumentato il fenomeno del pendolarismo e dell’abbandono dei rifiuti: chi è costretto al porta a porta nella propria abitazione, ma magari lavora in città, ha l’occasione di conferire nelle isole ecologiche della città e non sempre nel migliore dei modi. Un fenomeno ben noto a Gea e ai Comuni soci, rispetto al quale i pordenonesi pagano il conto.

Nelle isole ecologiche, che si trovano nei quartieri – in centro invece ci sono i cassonetti condominiali, che funzionano con la chiave – sono presenti bidoni dell’umido e cassonetti per il multimateriale (carta, plastica e vetro). Solo per il secco avviene la raccolta porta a porta (da qualche anno quindicinale), ma spesso il personale di Gea trova sacchi contenenti di tutto – anche rifiuti non riciclabili – abbandonati fuori dai cassonetti delle isole ecologiche. Non vanno poi dimenticati gli ingombranti: Gea offre un servizio, tramite l’ecocentro, molto flessibile in termini di orario. Conferire questi rifiuti non costa nulla (chiamando vengono a ritarli e questo è gratis per gli over 65) eppure c’è ancora chi abbandona di tutto nelle ecopiazzole. Anche questo è un aggravio sulle spalle della collettività e di chi opera correttamente. —

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