A 93 anni Dolores dice addio alla merceria: «Iniziai alla Coop facendo i conti a mano»

Dove non ha potuto l’età, ha potuto la nuova tecnologia: in piazza Italia chiuderà i battenti il 31 dicembre la merceria “Da Dolores” di Dolores Cabassi vedova De Lorenzi, la decana dei commercianti di Casarsa della Delizia. A 93 anni e dopo 63 anni passati dietro al bancone ha deciso di abbassare le serrande. La passione per continuare a lavorare non le manca, ma la nuova digitalizzazione delle casse l’ha convinta a chiudere e a godersi la merita pensione.
Il 31 dicembre chiuderà il negozio ma a gennaio, insieme ai figli Ada e Paolo, ringrazierà con un brindisi tutti i clienti e gli amici. La sua esperienza lavorativa è cominciata nel punto vendita di Coop Casarsa in piazza. Poi la decisione di mettersi in proprio con un negozio di intimo sempre nel cuore della città.
Alla vigilia della chiusura del suo negozio apre il libro dei ricordi: dal suo bancone della piazza Dolores Cabassi ha visto la città crescere e cambiare. «Ho servito – ricorda – sempre con un sorriso le clienti che qui hanno sempre potuto trovare un punto vendita attento alle loro esigenze, da quando ho aperto fino a questi ultimi giorni». E sono infatti tante le persone che passano a salutarla con affetto approfittando di questi giorni di apertura finale.
Sono tante le cose successe in questi 63 anni di attività. Dolores ricorda ancora quel giorno di settembre del 1969 quando, accanto al suo negozio, parcheggiò un’auto da cui scesero il regista Pier Paolo Pasolini e la divina Maria Callas. Un evento eccezionale per la città. «Pier Paolo – afferma –, la cui famiglia era amica di quella di mio marito Angelo De Lorenzi, stava girando la Medea con lei a Grado e l’aveva portata a conoscere i parenti casarsesi».
Ma i ricordi sono precedenti addirittura al 1956, visto che prima di aprire la propria attività Dolores Cabassi è stata la cassiera, a partire dal 1939, del primo spaccio della cooperativa di Casarsa, che si trovava sull’altro lato della piazza. «Non c’era ovviamente un registratore di cassa, che sarebbe arrivato solo dopo la guerra – racconta – e tutti i conti si facevano a mano. Avevo un blocco di legno con tre chiodi piantati e su cui infilavo i bigliettini che i clienti mi davano e su cui i miei colleghi commessi avevano segnato quanto era stato acquistato. Un chiodo era per il pane, uno per gli alimenti e uno per le uova».
Coop Casarsa, che ha appena festeggiato il suo secolo di vita, le ha nell’occasione consegnato una targa celebrativa mentre la Pro Casarsa della Delizia e l’associazione Forum Democratico nel 2017 le hanno assegnato il premio Humanitas sia per i meriti professionali che per il sostegno alle iniziative sociali della locale associazione anziani, della quale è stata fondatrice e organizzatrice di numerosi eventi.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto