Non lasciamoli soli

Paolo Mosanghini

UDINE. Strade coperte di tegole sbriciolate, vetri infranti scaraventati ovunque, case e fabbriche bombardate, campi rasi al suolo. Da Brugnera a Talmassons, da Mortegliano a Torviscosa, da Lestizza all’Isontino, da Sacile a Bicinicco – solo per ricordare qualche località –, l’impetuosa tempesta di ghiaccio non ha lasciato nulla di intatto dove è passata.

in tutta la regione
Temporali e forti grandinate, ghiaccio grande come palline da golf: danni a Udine e Pordenone
La grandine ha sfondato i vetri delle auto: ecco i danni a Mortegliano, chicchi di ghiaccio grande come palline a Carlino e Pozzuolo

Ai sindaci è venuto a memoria il lancio di bombe. E non c’è un’altra parola che descriva meglio lo sconvolgimento e il conseguente dolore, la distruzione e la paura, lo sgomento e l’incertezza, lo sconforto e il futuro claudicante.

I nostri fotografi e giornalisti poche ore dopo hanno raccontato paesi e città con persone già all’opera per tornare alla normalità. Ce ne vorranno di tempo, di lavoro, di energie e di risorse per rivederla, la normalità.

I danni della grandine
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Sono stati eseguiti interventi di emergenza con prodotti specifici per “cicatrizzare” le piante rovinate

<CS9.9>L’illustrazione dell’operosità friulana rischia di scivolare nella banale retorica, forse è così, ma l’orgoglio di queste comunità che hanno fretta di guadare il fiume e uscire da queste acque è la cifra di un modo di interpretare la vita.

La Regione si è trovata unita per stanziare i primi 50 milioni, ma le risorse necessarie al momento sono incalcolabili. Ieri i sindaci hanno incontrato l’assessore Riccardi per individuare le modalità di intervento e la burocrazia da sciogliere.

il sistema produttivo
Danni da milioni di euro, le attività in ginocchio a Mortegliano: produzione ferma all’Alpea, riaperta la trattoria da Nando
Ivan Uanetto della trattoria da Nando indica i danni, a destra Tommaso Pelos titolare dell’azienda Alpea

Ai sindaci va data gratitudine: quando si fanno eleggere pensano a rappresentare il meglio di una comunità, ma l’imponderabile li mette alla prova. E loro, si è visto, ci sono.

C’è la fase dell’emergenza e della conta; c’è la fase della sistemazione che si incrocia inevitabilmente con l’atavico male italico della burocrazia; c’è il resto che sfugge alla prima analisi, ma che non scappa ai cittadini. Che sempre avranno un solo punto di riferimento: i sindaci delle loro realtà, piccole o grandi.

Non dimentichiamo e non lasciamo soli le popolazioni, gli amministratori regionali e locali, gli operatori delle emergenze, i volontari.

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