Non lasciamoli soli
UDINE. Strade coperte di tegole sbriciolate, vetri infranti scaraventati ovunque, case e fabbriche bombardate, campi rasi al suolo. Da Brugnera a Talmassons, da Mortegliano a Torviscosa, da Lestizza all’Isontino, da Sacile a Bicinicco – solo per ricordare qualche località –, l’impetuosa tempesta di ghiaccio non ha lasciato nulla di intatto dove è passata.
Ai sindaci è venuto a memoria il lancio di bombe. E non c’è un’altra parola che descriva meglio lo sconvolgimento e il conseguente dolore, la distruzione e la paura, lo sgomento e l’incertezza, lo sconforto e il futuro claudicante.
I nostri fotografi e giornalisti poche ore dopo hanno raccontato paesi e città con persone già all’opera per tornare alla normalità. Ce ne vorranno di tempo, di lavoro, di energie e di risorse per rivederla, la normalità.
<CS9.9>L’illustrazione dell’operosità friulana rischia di scivolare nella banale retorica, forse è così, ma l’orgoglio di queste comunità che hanno fretta di guadare il fiume e uscire da queste acque è la cifra di un modo di interpretare la vita.
La Regione si è trovata unita per stanziare i primi 50 milioni, ma le risorse necessarie al momento sono incalcolabili. Ieri i sindaci hanno incontrato l’assessore Riccardi per individuare le modalità di intervento e la burocrazia da sciogliere.
Ai sindaci va data gratitudine: quando si fanno eleggere pensano a rappresentare il meglio di una comunità, ma l’imponderabile li mette alla prova. E loro, si è visto, ci sono.
C’è la fase dell’emergenza e della conta; c’è la fase della sistemazione che si incrocia inevitabilmente con l’atavico male italico della burocrazia; c’è il resto che sfugge alla prima analisi, ma che non scappa ai cittadini. Che sempre avranno un solo punto di riferimento: i sindaci delle loro realtà, piccole o grandi.
Non dimentichiamo e non lasciamo soli le popolazioni, gli amministratori regionali e locali, gli operatori delle emergenze, i volontari.
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