Trump presidente dell’Udinese e la zebra a stelle e strisce: il web si scatena tra meme e ironia
Sui social dilaga la fantasia del tycoon alla guida del club bianconero. Tra battute e provocazioni, i tifosi si dividono: chi ringrazia i Pozzo, chi teme l’addio e chi sdrammatizza a colpi di like

“Make Udinese great again”: svelata, via social, l’identità del fondo americano associato alla vendita del club dei Pozzo. Avrebbe sede alla Casa bianca, assicura Facebook. Su pagine e gruppi, quindi, le voci fanno confluire la possibile, nuova proprietà in una sola persona: nientedimeno che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Dal suo slogan volto a rendere l’America di nuovo grande (“Make America great again”, per l’appunto”), al motto piegato in chiave bianconera.
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La voce fuori dal Friuli: «Il tifo resta, ma serve chiarezza».
Non più “Maga” bensì “Muga”, il tycoon ritratto mentre in mano regge un nuovo ordine esecutivo, simpaticamente editato per l’occasione: «Sono il nuovo presidente dell’Udinese». Poi l’aggiunta, acchiappa voti, pardon, like: «Alé Udin», firmato Trump. Piace al web questa nuova, ipotetica, Zebretta più a strisce che a stelle: lo si intuisce sempre da un tuffo nella rete, guardando l’immagine di quella zebra dal manto a metà fra una divisa dell’Udinese e una bandiera degli Stati Uniti.

Apri una chat su Whatsapp, quindi, ed eccolo, di nuovo lui, sempre Trump. Indossa una t-shirt che strizza l’occhio alla musica made in Friuli. Le parole, stampate bene in vista, sono estratte dalla hit più famosa del cantautore e comico Ruggero de I timidi: «Cos’ha New York che Udine non ha?». Poi l’aggiunta, trilingue ma comprensibile da tutti, fondo newyorkese – quello realmente connesso alla trattativa –, società e tifosi: «New paron dell’Udinese». Sullo sfondo, piazza Libertà, che discorsi.

I discorsi, meme permettendo, hanno consumato bacheche intere, nelle ultime ore, fra commenti pro o contro rispetto alla novità registrata in seno alla società bianconera: «Grazie paron Pozzo per questi anni di emozioni – le parole di Mario Cosmi –. Ricordiamo i campioni che avete portato e i risultati ottenuti. Speriamo che i prossimi anni portino altrettante soddisfazioni». Risposta di Fabiana Lovato: «Campioni che ha portato e rivenduto. Così la squadra non cresce, ma d’altronde è un imprenditore, faccia ciò che ritiene giusto».
E ancora, l’affondo di Paolo Brotto: «Ma cosa pretendete? Con i Pozzo, trent’anni di serie A, con risultati altalenanti ma mantenendo la categoria. Guardate altre squadre con le stesse caratteristiche dell’Udinese e poi parlate». Marco D’Asio, quindi, fa la sua previsione sul futuro atteso per il club friulano: «Serie C in due anni, faccina che ride annessa». Maurizio Magnan prova a guardare con meno ironia al domani: «Appena arriverà l’americano, o si punta in alto oppure verrà meno la permanenza in serie A. Il declino – spiega il tifoso – è cominciato dalle due qualificazioni mancate alla Champions league e dalle entrate perse. Senza soldi non si va avanti all’infinito!».
Non si fa troppi problemi, invece, Stefano Montina: «Ma anche se i Pozzo dovessero vendere, che problemi vi fate? In A, in B o in C, sempre forza Udinese!». Non mancano le provocazioni: «Cosa diranno quelli che dicevano “Pozzo vattene”?», commenta Paolo Aldrigo. «Fanno bene a vendere – rincara Mauro Rossi –, i tifosi friulani sono degli irriconoscenti». Ci pensa infine Keith Regoli a sdrammatizzare, facendo leva sulle reiterate accuse sovente mosse in questi anni contro la proverbiale tendenza al risparmio della società friulana: «Un fondo senza Pozzo? Non era meglio un pozzo senza fondo?». Si scherza, in attesa di novità, anche dal web.
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