Udinese in vetta alla classifica, Malecki svela i segreti del primato

Il vice di Runjaic spiega come stanno lavorando i bianconeri da soli al comando del Serie A: «Quello che sta accadendo adesso ha superato anche le nostre aspettative»

Alberto Bertolotto
Mister Kosta Runjaic istruisce la squadra durante un allenamento: il primo alla sua destra è il vice Przemyslaw Malecki
Mister Kosta Runjaic istruisce la squadra durante un allenamento: il primo alla sua destra è il vice Przemyslaw Malecki

Felicità, ma anche equilibrio e piedi per terra: «Abbiamo tanto lavoro davanti a noi per cambiare la squadra».

Questo uno dei tanti aspetti raccontati dal “secondo” di Kosta Runjaic, il polacco Przemyslaw Malecki, in un’intervista rilasciata al sito internet di “Tvp Sport”, il canale sportivo della tivù di Stato in Polonia particolarmente interessato alle gesta dei connazionali e del tecnico tedesco ex Legia Varsavia dopo il primato in classifica agganciato lunedì sera.

Il primo posto in Serie A

Si parte proprio dal momento che stanno vivendo i bianconeri dopo il successo di Parma. «Arrivando all’Udinese eravamo convinti, che la squadra potesse crescere, ma ciò che sta accadendo ha superato anche le nostre aspettative – rivela Malecki al giornalista Robert Blonski –. Siamo soddisfatti, ma teniamo bene i piedi per terra. Quando abbiamo iniziato il nostro lavoro a Udine, abbiamo analizzato la scorsa stagione. La squadra subiva reti nelle fasi finali di molti incontri, così aveva perso molti punti. Ora abbiamo invertito la tendenza. È solo la quarta giornata, c’è molto lavoro da fare per cambiare la squadra che nel precedente torneo si è salvata soltanto all’ultimo turno».

In questo senso Malecki va nello specifico: «Abbiamo migliorato la fase difensiva, siamo più attivi, aggressivi, a volte utilizziamo il pressing alto, in precedenza l’Udinese aspettava l’avversario, adesso, nel limite delle possibilità, proviamo a giocare più alti – indica il “vice” di Runjaic –. Nei precedenti incontri, dominava la squadra rivale, adesso col tempo proviamo a mantenere il possesso palla e a iniziare l’azione. La gara di lunedì riflette questo, su cosa stiamo lavorando. L’obiettivo è che l’Udinese non lotti per la salvezza sino all’ultima giornata».

Come è arrivato in Italia

Malecki ha raccontato il suo approdo in Friuli. «In relazione all’ingaggio di Runjaic, da quel che so, le nostre gare in Conference League col Legia hanno attratto l’attenzione dell’Udinese – spiega –. Non riguarda solo il risultato, ma anche il modo in cui l’avevamo ottenuto».

Per quanto «mi riguarda, ho ricevuto la proposta da “mister Kosta”. Dopo il suo esonero ero rimasto al Legia, lavoravo nello staff di Gonçalo Feio (il successore di Runjaic, ndr), ma con Kosta ero sempre in contatto. A stagione finita mi ha chiamato dicendomi che sarebbe potuta arrivare una super offerta. Dopo un po’ svelò i particolari. Quando sentii che riguardava l’Udinese e la Serie A, mi tremarono le gambe per l’emozione. Analizzai con mia moglie pro e contro. Da molti altri posti di lavoro è più facile dire addio rispetto al Legia. Decidemmo, tuttavia, di andare a realizzare i nostri sogni. Il club capii – continua Malecki – che a un giovane allenatore polacco era stata data una chance che non sarebbe potuta più tornare. E questo rappresenta anche un riconoscimento per il Legia. Kosta disse che la decisione più difficile la presi passando da Poznan a Varsavia, quindi non c’era niente di cui aver paura».

Il futuro in Friuli

D’altronde, come sottolinea Malecki, gli allenatori come i giocatori lavorano per confrontarsi con i migliori campionati al mondo. «Qui noi polacchi siamo molto apprezzati (c’è anche il connazionale Alex Trukan nello staff, ndr) e considerati dei buoni lavoratori. Sono in Italia con mia moglie e mio figlio di due anni, abbiamo affittato un appartamento. Studiamo italiano (si riferisce allo staff, ndr) e Kosta capisce il polacco. A volte scherza: dice che qui usa più parole della nostra lingua rispetto a quando era in Polonia. Vogliamo studiare italiano soprattutto per la nostra crescita, visto che l’Udinese è la squadra più internazionale della Serie A e in spogliatoio a oggi parliamo in inglese».

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