Micalich, 54 anni con la Gesteco in salute: «Voglio i play-off»

Il presidente di Cividale fa festa con i suoi e ora può chiedere un regalo di compleanno

Simone Narduzzi
Davide Micalich, compie 54 anni il 6 marzo
Davide Micalich, compie 54 anni il 6 marzo

CIVIDALE. Cento di questi giorni, Davide Micalich: giorni vissuti seguendo le impronte lasciate sul parquet da un pallone, rigorosamente a spicchi. Rimbalzi, quindi, non candeline: 54, mercoledì 6 marzo, per il numero uno delle Eagles, creatore di una realtà che non c’era, primo tifoso di un club al suo secondo anno di A2. Ora in piena corsa play-off grazie al successo strappato, due volte, domenica alla Juvi Cremona.

Presidente, buon compleanno. 54 anni… e non sentirli?

«No, 54 anni e la ferma convinzione che lascerò le penne su un campo di basket (ride, ndr). Ci sono nato e, sul parquet, ci morirò pure».

Emozioni forti, insomma, quelle vissute a Cremona?

«Per fortuna ho imparato a chiudermi un po’ nel mio guscio e a soffrire in silenzio. Ma parliamo di una scarica di adrenalina incredibile. Certo, vincere una partita normale sarebbe meglio, ma scherzi a parte devo dire che i ragazzi sono stati bravissimi perché pur avendo subito la rimonta dei nostri avversari ed essendo andati sotto hanno avuto la solidità per riprendere in mano la partita e vincerla».

Con questa, sono tre le vostre vittorie in questa fase a orologio: l’avrebbe mai detto, alla vigilia?

«No, sulla carta era un 0-3, viste le nostre avversarie. Ma abbiamo sempre vinto con merito: così possiamo continuare a sognare i play-off».

Quale la svolta nel vostro cammino?

«La nostra forza è sempre stata nel gruppo. A inizio stagione abbiamo perso un po’ la tramontana, tra qualche scelta sbagliata, un po’ di sfortuna e non solo. Però siamo rimasti uniti, non abbiamo mai mollato. È stato determinante il lavoro quotidiano, l’ostinazione con cui coach “Pilla” ha lavorato e con cui i ragazzi l’hanno seguito. La quadratura poi l’abbiamo trovata con Lamb».

Si guardasse indietro, che anno vedrebbe alle sue spalle?

«Sul piano sportivo quello più emozionante della mia vita: mi sono reso conto di aver contribuito a costruire un progetto riferimento per il territorio. L’unico neo la perdita di mio papà, ma le gioie che la squadra regala ci hanno permesso di compattarci. Ho dato un senso a una vita dedicata al basket. Ma siamo solo all’inizio».

Un regalo che vorrebbe ricevere?

«I play-off. Ci proveremo in tutti i modi. Intanto occhio alle prossime due partite, entrambe difficilissime. Guai fermarsi ora».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto