«Terrorismo di matrice islamica»: bosniaco 50enne arrestato a Gorizia

La Polizia di frontiera l’ha fermato a Sant’Andrea: doveva scontare 5 anni. L’accusa è che abbia svolto un ruolo da fiancheggiatore in gruppi terroristici

Francesco Fain
Controlli della Polizia di Stato all’ex valico confinario di Sant’Andrea Archivio Bumbaca
Controlli della Polizia di Stato all’ex valico confinario di Sant’Andrea Archivio Bumbaca

Era un controllo di routine all’ex valico confinario di Sant’Andrea. Uno dei tanti che, quotidianamente, vengono effettuati alla frontiera con la Slovenia.

Ad un certo punto, una pattuglia della Polizia di frontiera ha fermato una vettura alla guida della quale c’era un cittadino di nazionalità bosniaca, di cinquant’anni. Effettuati tutti i controlli di rito e incrociate le generalità con le banche dati nazionali e internazionali si è potuto scoprire che l’uomo (di cui non sono state fornite nemmeno le iniziali) doveva scontare, in carcere, una condanna a cinque anni per terrorismo di matrice islamica. L’accusa è che abbia svolto un ruolo da fiancheggiatore in gruppi terroristici. Non si sa se fosse un basista o raccogliesse fondi per favorire il terrorismo internazionale ma su di lui pende una condanna.

Sulla notizia trapela poco e nulla. Si sa soltanto che il cinquantenne bosniaco viaggiava a bordo dell’automobile di sua proprietà con documenti regolari che ne accertavano l’identità. Probabilmente, mai si sarebbe aspettato di essere fermato (e individuato) a Gorizia che altro non era, per lui, che un territorio di passaggio. Null’altro. Non si sa nemmeno dove fosse diretto.

Tutto è partito da un’indagine effettuata dal Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri. Il Ros, per chi lo ignorasse, è un reparto investigativo dell’Arma, l’unico con competenza centralizzata sulla criminalità organizzata e sul terrorismo. Il personale del Ros è estremamente specializzato in indagini di polizia giudiziaria specificamente per i reati di sequestro di persona, lotta alla criminalità organizzata (mafiosa, terroristica o eversiva) e traffico di armi e droga.

Il bosniaco è stato immediatamente arrestato e condotto in un carcere (non a Gorizia) che non viene reso noto. Non ha opposto resistenza. Da quel che si è potuto apprendere, si tratta di un filone di una condanna passata in giudicato non per fatti commessi nel territorio regionale.

La notizia, pur senza grossi particolari, è stata resa nota su Instagram dal ministro degli Interni, Matteo Piantedosi. Questo il post: «È stato fermato dalla Polizia di frontiera, a Gorizia, un cittadino straniero che deve scontare in carcere una condanna di cinque anni per finanziamento del terrorismo. Un’operazione - scrive Piantedosi- resa possibile grazie alle attività di controllo del territorio lungo il confine con la Slovenia e dell’azione di contrasto delle nostre forze dell’ordine contro ogni forma di minaccia terroristica». Altro non viene aggiunto. —

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