Uccide figlia e si suicida, in una lettera chiede perdono

(ANSA) - PALERMO, 07 DIC - "Scusatemi, ma non ce la faccio più. Chiedo perdono a tutti". Ha lasciato una lettera in cui chiede perdono per il gesto compiuto Lucia Pecoraro, la donna di 78 anni, di Corleone, che ha strangolato la figlia disabile, Giuseppina Milone, di 47 anni, e poi si è impiccata nel terrazzo della loro abitazione. E' la scena che si sono trovati i soccorritori ieri mattina quando hanno aperto la porta perché la donna non rispondeva alle chiamate dei familiari. A lanciare l'allarme erano stati i nipoti. Secondo molte delle persone che la conoscevano la donna non avrebbe retto al peso di dovere gestire la figlia soprattutto dopo la morte del marito, Salvatore, in pensione dopo aver lavorato come infermiere all'ospedale dei Bianchi nel paese, persona benvoluta da tutti. Giuseppina Milone era accudita anche da una cugina e dai volontari di Corleone. Secondo il racconto dei conoscenti della famiglia, Lucia Pecoraro aveva fatto un viaggio a Pompei con la figlia insieme a un gruppo religioso. Al ritorno Giuseppina era tornata più stanca, e aveva grandi difficoltà ad alzarsi in piedi e a camminare. Nessuno aveva pensato a un epilogo simile, che è stato pianificato come ha scritto Lucia nella lettera lasciata per spiegare un gesto che ha sconvolto il paese di Corleone. (ANSA).
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