Case spiate all'Aquila, gip emette divieto avvicinamento

Niente domiciliari per l'uomo accusato di aver installato webcam

(ANSA) - L'AQUILA, 12 NOV - Niente arresti domiciliari, ma la misura cautelare meno grave del divieto di avvicinamento agli alloggi di proprietà per il 56enne aquilano accusato di aver installato microcamere e di aver spiato negli stessi appartamenti in via degli Acquaviva all'Aquila, da lui dati in locazione a studenti, professionisti, allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza. Così ha deciso in una ordinanza il gip del tribunale dell'Aquila, Giulia Colangeli, in seguito all'interrogatorio chiesto dallo stesso indagato e che si è svolto nella giornata di ieri, nel quale l'uomo ha riferito di non aver mai ceduto o venduto le immagini registrate pur ammettendo tutte le altre responsabilità in relazione alla installazione delle webcam. Il gip ha quindi respinto la richiesta degli arresti domiciliari invocata dalla Procura della Repubblica temendo il pericolo di inquinamento delle prove. Il divieto di avvicinamento, chiesto dalla difesa dell'uomo, è una misura cautelare penale che impone di non avvicinarsi a determinati luoghi o persone, in questo caso il palazzo dove erano state installate le videocamere, mantenendo una distanza minima di 500 metri. Le indagini sono in corso su due fronti: interferenza illecita nella vita privata (per aver collocato dispositivi di ripresa in ambienti privati) e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, ipotesi aggiunta in un secondo momento e legata alla possibile circolazione dei filmati registrati. Tra 90 giorni si conosceranno le valutazioni del perito che sta esaminando le webcam e altri strumenti sistemati nelle abitazioni. Sono in corso anche gli esami sui telefonini per verificare la veridicità delle dichiarazioni rese nell'interrogatorio. (ANSA).

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