Tricarico in tour a San Vito: «Non ci sono più le voci contro»
L’artista in Friuli col suo concept show musicale. Al teatro Arrigoni racconta i 25 anni di carriera. E in piazza del Popolo si balla con Lo Stato Sociale dj set
Un doppio evento animerà la rassegna “Incanto di Natale” sabato 21 dicembre a San Vito al Tagliamento: alle 17.30 al Teatro Arrigoni il concerto dell’eclettico cantautore milanese Francesco Tricarico con l’anteprima del suo nuovo “Buonasera, io sono Tricarico – teatri tour 2025”. E dalle 19, si balla in Piazza del Popolo con Lo Stato Sociale dj set (Bebo&Carrot) e dei resident TEX&E.S. Entrambi gli appuntamenti, organizzati dal Comune di San Vito in collaborazione con Arci Cral, sono a ingresso gratuito; per il concerto sono attive le prenotazioni su www.eventbrite.it.
Tricarico, ha qualche legame col Friuli?
«Mia zia era di Tesis. Ricordo la forza della terra, i grandi spazi, i paesaggi diversi dal resto d’Italia, mi colpivano».
Alle soglie dei 25 anni di carriera, numerosi album, due libri, autore anche per Celentano, Zucchero, Morandi, duetti con De Gregori, Arisa: che bilancio fa?
«Il mio percorso è soggettivo ma ha a che fare con la realtà, più che fare bilanci osservo i cambiamenti. Sono rattristato perché non avrei mai immaginato di vivere un momento così cupo, con una narrativa globale così misera. È come se si andasse sempre verso qualcosa di peggio, mi fa strano che ci si sia adagiati e non ci siano più forze che si oppongano. Come se non ci fossero più voci contro, dalla musica, alla politica, alla cultura. Insomma: sono contento di quello che faccio, e della fortuna che ho a continuare a farlo, ma mi preoccupa che si stia perdendo il punto di fuoco dell’umano, la capacità nobile che c’è nell’uomo».
A San Vito porta il suo “concept show musicale”, di cosa si tratta?
«Tengo molto a questo spettacolo, che da concerto sta diventando teatrale. Il titolo riprende “Io sono Francesco”, con cui nel 2000 tutto iniziava dal punto di vista discografico, e oggi Tricarico è un adulto. Racconto le avventure di Francesco in questi 25 anni (e nei 50 di vita), dai ’70, con tutto quello che è cambiato e quello che invece è rimasto uguale, un percorso complesso e semplice al tempo stesso».
Chi la accompagna?
«Michele Fazio al pianoforte. Io alla voce e in alcuni casi al flauto traverso, quindi molto acustico».
In questi giorni è uscito il nuovo singolo “In fiamme”. Come è nato?
«Ho fatto una ricerca sugli edifici dove vivono i capi di stato, dal nostro Palazzo Chigi al Brasile, la Nigeria, America. Tutto va a fuoco, è un’apocalisse. Rimangono solo un uomo e una donna ed è un inizio e una fine, dalle ceneri confido nella rinascita».
Ci sarà un nuovo album?
«Sto lavorando con Franco Godi, che ha una grande storia nella musica italiana con la Best Sound. Abbiamo pubblicato i singoli “Mi state tutti…”, “Telefono fisso”, “Faccio di tutto”. Parallelamente mi diverto a scrivere un notiziario, accompagnandomi con la musica, che va su Instagram. Raccoglieremo tutto, ma non c’è ancora l’idea di un album, dobbiamo decidere come valorizzare il lavoro».
Sul linguaggio lei non si è mai posto dei limiti. Che ne pensa delle polemiche di oggi sui brani dei trapper?
«A volte c’è volgarità nei testi di questi giovani, che però trovo inoffensivi, non ci credono neanche loro, magari squallido ma è tutto molto cinematografico, non pericoloso. Ognuno può scrivere quello che vuole». —
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