«Siamo disponibili alla consulenza gratuita»

Municipio di Casarsa: parla Piero Valle, il figlio del grande architetto: «Vogliamo che il recupero sia realizzato con giudizio»

CASARSA. «Siamo disponibili a fare una consulenza tecnica e di architettura, a mettere a disposizione tutti i disegni. Diamo la nostra disponibilità a instaurare un dialogo». Piero Valle è il figlio di Gino, il celebre architetto che ha firmato il municipio di Casarsa.

Nessuna polemiche nelle sue parole, ma la preoccupazione per un edificio celebrato nelle pubblicazioni che riportano l’architettura dell'epoca di costruzione e per il quale non è ancora certo quali saranno i criteri di recupero.

«La nostra speranza – spiega – è che il recupero avvenga con i dovuti accorgimenti e con la dovuta attenzione a un manufatto storicamente importante e moderno, con le sue peculiarità, ma anche le sue fragilità. Come eredi di Gino Valle, ma soprattutto mia madre Piera Menichetti Ricci che aveva partecipato al progetto, non siamo contrari alla trasformazione degli edifici, sappiamo che le esigenze e le necessità mutano nel tempo. Il problema è che non esistono criteri di tutela per la trasformazione degli edifici moderni. Se viene fatta una trasformazione, ci chiediamo come viene fatta. Non chiediamo di farla noi, ma di essere contattati e di esprimere una opinione».

Il paradosso italiano è che la Soprintendenza non interviene in edifici come quello preso in esame, per una questione di tempo, né sono state redatte linee guida per il restauro di strutture moderne, pur con un valore artistico e architettonico.

«L’ipotesi che potesse diventare una biblioteca – prosegue l’architetto Valle jr – era positiva sia perché rendeva ancora più pubblica una struttura realizzata per essere tale, sia perché così la si apriva ancora di più alla gente. Vedevo molto positivamente il fatto che potesse essere una struttura a servizio dei cittadini di Casarsa».

La notizia di qualche mese fa, invece, è che è stata stralciata l’ipotesi biblioteca o contenitore culturale, l’edificio passerà in uso alla Aas 5 per farne un centro di assistenza primaria, previsto dalla riforma sanitaria.

«Mi chiedo come intendano usarlo – aggiunge Valle –, è una architettura importante, ma è moderna, obsoleta in alcune sue parti, più fragile e nell'intervenire bisogna prestare la massima attenzione. Mi piacerebbe sapere se ci sarà la giusta attenzione, altrimenti dovremo farci sentire. Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo».

Chiarisce anche che «non vogliamo che l’incarico venga dato a noi, ma di avere una sorta di supervisione visto che abbiamo tutto l’archivio con i disegni originali e avendo ancora in studio persone che ci hanno lavorato 30 anni fa. Credo che abbiamo il minimo know how per aiutare a realizzare una trasformazione coerente».

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