San Martino, gli scavi riportano in superficie antiche ossa umane
ERTO E CASSO
Non sarà il tesoro di cui parla la leggenda, ma qualche sorpresa il sottosuolo della frazione di San Martino di Erto la nasconde: durante i lavori di costruzione della nuova chiesetta della borgata sono state infatti rinvenute delle antiche ossa umane. Non è stato ancora possibile datare i reperti, individuati al di sotto di quella che sino al 9 ottobre 1963 era la navata dell’edificio sacro di San Martino. Probabilmente si tratta di uno scheletro risalente all’era paleoromana, visto che si pensa che il primo edificio cristiano sia stato eretto al di sopra di un precedente luogo di culto pagano. Prima del disastro del Vajont vennero recuperati reperti archeologici che dimostravano come la zona fosse abitata da migliaia di anni. A Erto si narra addirittura di una regina convertita al cristianesimo che decise di insediarsi lì con il proprio popolo e il cui immenso patrimonio sia ancora sepolto in qualche ansa della valle.
La scoperta dei giorni scorsi ha di fatto sospeso per qualche settimana gli scavi per le fondamenta. Slitta quindi la possibilità di inaugurare il memoriale del Vajont il 9 ottobre. Prima di poter riavviare il cantiere sarà necessario che funzionari della Sopraintendenza cataloghino le ossa e decidano se spostarle o valorizzarle in qualche modo. Si ipotizza che gli scheletri inumarti possano essere più di uno e conservare anche dei corredi funebri. Non viene scartata nemmeno l’idea di installare una teca museale in cui riporre quanto la terra sta restituendo.
Nel frattempo, le maestranze stanno lavorando in altri settori dell’area. La posa della prima pietra è avvenuta il 9 ottobre 2017, ovvero 54 anni dopo la distruzione del tempietto. La chiesa di San Martino venne spazzata via dall’onda del monte Toc insieme ad una porzione della località e ad alcune decine di abitanti. Ora, dopo anni di discussioni, la ricostruzione.—
F.F.
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