Raccolta differenziata a Udine, ecco chi ha firmato il ricorso al Tar

Ribelli della Lega, alcuni componenti del partito democratico e due candidate con Prima Udine: scorrendo i nominativi dei firmatari del ricorso emerge un’anima politica, una "strana alleanza"

UDINE. Tra gli 11 cittadini che hanno deciso di ricorrere al Tar contro la raccolta dei rifiuti porta a porta in città c’è anche Ester De Gisi moglie dell’ex capogruppo della Lega, Marcello Mazza, il consigliere leghista che si è dimesso da palazzo D’Aronco proprio perché non condivide il progetto presentato dalla Net, la società che gestisce il servizio. Ma non solo perché del gruppo fanno parte pure l’avvocato Ester Soramel e Cristiana Nicoletti, entrambe candidate con la lista di Enrico Bertossi “Prima Udine.


RACCOLTA DIFFERENZIATA, IL RICORSO AL TAR IN PUNTI:

  • Il documento. Punta all’annullamento della delibera che introduce la raccolta dei rifiuti porta a porta in tutta la città. L’atto è già stato notificato al Comune e alla Net, la società che gestisce il servizio.
  • I cittadini in campo. Ecco chi sono i ricorrenti: Rita Allegra Gaetano, Graziano Dellacasa, Ester De Gisi, Jacopo Di Campi, Francesco Guardabascio, Carlotta Monachesi, Cristiana Nicoletti, Salvatore Renda, Umberto Sistarelli, Gina Vidussi ed Ester Soramel.
  • I costi. Il partito democratico e la lista civica Prima Udine sono pronti a promuovere la raccolta fondi per sostenere le spese legali del ricorso indirizzato al Tribunale amministrativo regionale.

La prima aveva e ottenuto 108 preferenze, 71 la seconda oggi componente del consiglio di quartiere Chiavris-Paderno. Lo stesso ricorso è stato sottoscritto anche da Umberto Sistarelli, già presidente della Sistema sosta e modalità (Ssm) ed ex segretario del circolo Udine centro del Pd. Senza contare che l’avvocato Salvatore Spitaleri, ex segretario regionale del Pd, è il legale autorizzato a ricevere le comunicazioni relative al Giudizio. Spitaleri ha firmato il ricorso assieme al collega di Padova, Giovanni Attilio De Martin. Gli altri nove ricorrenti sono invece, Rita Allegra Gaetano, Graziano Dellacasa, Jacopo Di Campi, Francesco Guardabascio, Carlotta Monachesi, Salvatore Renda e Gina Vidussi.

Scorrendo i nominativi dei firmatari del ricorso emerge, insomma, anche un’anima politica. Una sorta di strana alleanza che dal ribelle della Lega si estende al Pd e alla lista civica Prima Udine. Mazza si sta dimostrando da mesi ormai super attivo su questo fronte: sarebbe stato lui a organizzare il ricorso e a proporlo anche agli esponenti dell’opposizione. E il Pd e Prima Udine, pur di contrastare la maggioranza di centrodestra, hanno deciso di non declinare l’invito.

«I presupposti del ricorso – assicura lo stesso Mazza a chi gli fa notare che tra i firmatari c’è anche sua moglie – sono stati valutati da un legale e mia moglie, autonomamente, ha scelto di sostenerlo». Aggiunge inoltre che nella Lega non c’è alcuna frattura anche se lui, leghista convinto, ha abbandonato la maggioranza guidata dal sindaco del Carroccio, Pietro Fontanini. «In Comune la Lega è omogenea. La mia uscita dal Consiglio non ha mutato il mio credo politico: ero leghista prima e lo sono ora. Non ho mai contestato il sindaco, bensì la Net che ha proposto il piano». Lo stesso piano che prima di approdare in Consiglio è stato approvato dalla Giunta.

Spitaleri, invece, minimizza: ho semplicemente autenticato le firme e per farlo devo essere associato alla difesa. A me sono semplicemente arrivati i nominati dei clienti, li ho identificati e trasmesso la procura». L’avvocato sostiene di aver fatto il suo mestiere di difensore pur sapendo che il Pd si è schierato a favore dell’iniziativa.

Intanto la lista Prima Udine ha avviato una raccolta fondi a sostegno del ricorso. «Nei giorni scorsi, l’iniziativa ha già dato i primi concreti e lusinghieri risultati», si legge in una nota che aggiunge: «Ci mettiamo volentieri al fianco di questi coraggiosi udinesi che si oppongono a una imposizione del sindaco mai annunciata in campagna elettorale, che stravolgerà la nostra vita». Prima Udine consegnerà il ricavato «al Comitato spontaneo per sostenere le spese legali presenti e future». Anche il Pd è pronto ad “autotassarsi” per sostenere i costi del ricorso. Lo fa continuando a raccogliere anche le firme per mantenere i cassonetti nelle periferie. —


 

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