Maltrattano i bambini dell'asilo nido, maestre a processo: chieste condanne per 3 anni e 6 mesi

Ha ripercorso per filo e per segno le tappe dell’inchiesta scaturita dalla segnalazione di alcune colleghe e condotta dai carabinieri della compagnia di Udine con il supporto delle telecamere appositamente installate nei locali dell’asilo. E ha concluso per la condanna di entrambe: 2 anni di reclusione per una e 1 anno e 6 mesi per l’altra. Il pm Andrea Gondolo, che ha ereditato il fascicolo dalla collega Annunziata Puglia, non ha dubbi sulla penale responsabilità delle due maestre, Z.B. e I.E., entrambe trentenni e friulane, accusate di maltrattamenti continuati nei confronti di alcuni dei minorenni che erano stati loro affidati nell’asilo nido privato di Udine in cui lavoravano.
La discussione davanti al gup del tribunale di Udine, Mariarosa Persico, è cominciato ieri, con la sua requisitoria, e continuerà il 9 luglio, con le arringhe dei due legali con cui alcuni genitori si sono costituiti parte civile, gli avvocati Giulia Aloisi e Francesca Todone, e con quella di uno dei difensori, l’avvocato Maria Elena Giunchi, che assiste Z.B. Poi, a settembre, sarà la volta dell’avvocato Stefano Buonocore, che difende l’altra maestra, I.E., indagata soltanto in un secondo momento, sempre sulla scorta di quanto emerso dai filmati, e accusata di cinque episodi. Infine, chiusa la discussione del processo, celebrato con rito abbreviato, il giudice si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.
Gli accertamenti erano durati tre mesi (i primi del 2018) e, a parere della Procura, avevano rivelato comportamenti «inadeguati» verso i bambini. Dalla visione dei filmati, gli inquirenti avevano tratto la conclusione che la prima delle due educatrici avesse agito «con stizza e nervosismo» nei confronti dei cinque bambini - d’età compresa tra i dieci e i ventidue mesi - che le erano stati affidati nell’ultimo periodo. Da qui la decisione del gip di Udine di applicare nei suoi confronti il divieto di avvicinamento alle parti offese, in aggiunta alla misura dell’allontanamento dall’asilo. Ordinanza che il tribunale del riesame di Trieste, di lì a qualche settimana aveva ritenuto di annullare. Nessuna misura era stata invece chiesta dalla Procura per l’altra indagata.
Interrogata, Z.B. aveva respinto l’accusa, parlando piuttosto di «scelte che rientrano in un metodo educativo concordato con le famiglie». Il capo d’imputazione parla di rimproveri e urla, strattonamenti, «afferrandoli per un solo braccio e tenendoli sospesi» e «scaraventandoli sopra materassini o cuscini», e della forza per «tenerli fermi con le gambe quando erano stesi» per il pisolino pomeridiano. Insomma, di condotte ritenute «tali da causare sofferenze fisiche e morali ai bambini».
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