L’ultimo reduce di Russia è andato avanti: Zoppola piange l’alpino Borean
Per tutti “Fredo”, aveva 104 anni: era diventato un punto di riferimento non solo nella frazione di Castions ma per tutte le penne nere pordenonesi
È “andato avanti”, a 104 anni, Alfredo Borean, reduce della campagna di Russia: una storia, la sua, che si intreccia con la Storia d’Italia e che in questi 81 anni l’alpino ha testimoniato con le parole e con la presenza, tanto da diventare un punto riferimento per la comunità di Zoppola, dove era rimasto l’ultimo ad essere sopravvissuto al terribile inverno di Nikolajevka.
È lutto nella frazione di Castions, ma anche tra gli alpini di tutta la Destra Tagliamento, che ora non hanno più reduci iscritti alla sezione.
Ne danno il triste addio i tre figli Mariarosa, Elio e Sandra, i generi e la nuora insieme a nipoti e pronipoti, oltre ai compagni del gruppo Ana zoppolese e pordenonese. Classe 1920, nativo di Castions, Borean, da tutti conosciuto come “Fredo”, durante il secondo conflitto mondiale ha combattuto nelle campagne di Grecia e Albania tra il 1940 e il 1942 e poi dal 1943 sul fronte russo, dove ha partecipato alla battaglia di Nikolajevka del 26 gennaio lungo il fiume Don, in cui morirono migliaia di alpini nel tentativo di proteggere la ritirata dell’esercito italiano.
In quell’occasione perse molti amici e compagni. In vecchiaia ha raccontato la sua esperienza sui fronti di guerra con una raccolta delle sue memorie curate da Giorgio Rosin e Roberto Muzzo e con le illustrazioni di Roberto da Cevraja. Queste le sue impressioni: «Giorni tristi e indimenticabili...non contavano i giorni, eravamo allo sbaraglio. A fine gennaio ’43 uscii dall’accerchiamento con l’ultimo attacco dei cosacchi, all’inizio di febbraio la ritirata: io rimasi illeso, tre amici su quattro li persi lì. Di 800, tra sani e feriti siamo tornati in Italia in 200».
Una volta conclusa la guerra, Borean emigrò come molti friulani in Venezuela per cercare fortuna all’estero. Nel 1958 il ritorno a casa, dove è rimasto per tutta la sua vita con la famiglia. Molto attivo nella vita sociale del suo paese, lavorava nella cooperativa locale dove vendeva a domicilio le bombole a gas per le famiglie del territorio. «Lavorava principalmente la domenica – commenta il presidente dell’Ana pordenonese Ilario Merlin – e quando si recava nelle case a consegnare le bombole a gas conosceva perfettamente tutti i menù dei pranzi domenicali delle famiglie del suo paese». Ha sempre partecipato alle cerimonie del 4 novembre per onorare i militari deceduti nelle due guerre mondiali, accanto alle autorità zoppolane nella cerimonia della posa della ghirlanda.
Solamente negli ultimi anni la sua presenza si è diradata, ma veniva fatta tappa a casa sua in quanto l’ultimo militare nativo di Zoppola a essere decorato con la medaglia d’onore. In tutti questi anni si è sempre mantenuto molto lucido, attento, disponibile al dialogo e costantemente riceveva le visite dei commilitoni o dai cittadini di Castions. Nel 2020 ha compiuto cent’anni ma non è riuscito a festeggiarli con solennità a causa dell’avvento della pandemia che lo aveva costretto a rimanere in casa. I suoi familiari si erano molto preoccupati per la sua salute ma nel contempo si era sempre mantenuto in forma. Rimasto vedovo dell’amata moglie Irma, ha vissuto sempre nella propria casa insieme alla figlia Sandra mentre il figlio Elio dimorava nell’abitazione superiore. I funerali si svolgeranno sabato mattina alle 11 nella chiesa parrocchiale di Castions: gli alpini pordenonesi parteciperanno con il vessillo della sezione e con i 72 gagliardetti di gruppo
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