«Cuoco in Spagna, un’avventura»

Il giovane sanvitese Lorenzo Bidin racconta la sua esperienza a Barcellona

SAN VITO. Un’esperienza ricca di soddisfazioni, tanto che sta pensando di continuarla: il sanvitese Lorenzo Bidin, 18 anni, studente all’istituto Bonaldo Stringher di Udine, (classe 5ª G enogastronomia) ha svolto uno stage di tre settimane al Restaurante Massimo, che ha ottenuto il riconoscimento di miglior ristorante italiano a Barcellona.

Al suo rientro in Italia racconta come in poche settimane ai fornelli, sotto la guida di cuochi esperti, provenienti da diversi luoghi d’Italia, sia cresciuto dal punto di vista professionale.

«Tutto lo staff, compreso Massimo, il titolare di origini sarde, mi ha accolto bene – dice il sanvitese –. Nel ristorante lavorano molti italiani, ma anche spagnoli, così c’è stata l’occasione anche di confrontarsi sul piano linguistico. Mi hanno subito messo a mio agio, spiegandomi quanto ancora non sapevo fare: in tre settimane sono riuscito a diventare autonomo. Ho lavorato principalmente ai secondi piatti. Lo chef dei secondi, Fabrizio, di origini siciliane, è stato un ottimo insegnante, osservandomi e correggendomi. Lo chef di cucina, il milanese Simone, mi ha insegnato a concentrarmi e tante preparazioni».

Altra preziosa lezione dallo chef dei primi, il triestino Mauro, dal quale Bidin ha imparato come lavorare in velocità, fattore essenziale in cucina. Disponibilità e carattere del titolare, accogliente verso il nuovo arrivato quanto con la clientela, hanno fatto il resto.

«Nord, sud e Sardegna si fondono nel ristorante di via Augusta – continua Bidin –. Pasta fresca fatta in casa, tartufo d’Alba, ricci di mare e pane carasau dalla Sardegna, burrata pugliese e vino Felluga del Friuli: un pezzo d’Italia radicato a Barcellona, città giovane, viva, con molte possibilità lavorative. Gli italiani che venivano al ristorante ci facevano i complimenti, dicendo spesso che “neanche in Italia la cucina è così buona”».

Bidin è rimasto tanto colpito dal ristorante dove ha lavorato da consigliarlo a tutti gli amanti della buona cucina. Uscendo tre settimane dall’Italia gli si è aperto un mondo, con tanto di opportunità per il futuro.

«Prima di andare – riferisce –, il titolare mi ha detto che gli farebbe piacere se tornassi a luglio, finita la scuola: un pensiero lo farò di sicuro. Torno in Italia con un bagaglio enorme, con ricordi magnifici che porterò sempre con me e con un miglioramento del mio spagnolo. Lasciare quella grande famiglia è stato triste».

Ora, gli ultimi mesi di studio e pratica all’istituto udinese, poi il momento delle decisioni. (a.s.)

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