Cade dal tetto del Cpr di Gradisca durante un tentativo di fuga: ferito 19enne

Il tunisino non è in pericolo di vita. Momenti di tensione anche la notte di San Silvestro

Luigi Murciano
L'ingresso di due mezzi della Polizia al Cpr di Gradisca d’Isonzo
L'ingresso di due mezzi della Polizia al Cpr di Gradisca d’Isonzo

Un giovane trattenuto al Cpr di Gradisca d'Isonzo è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dopo essere caduto dal tetto della struttura per stranieri irregolari della cittadina isontina. L'episodio è avvenuto nella notte fra giovedi 9 e venerdi 10 gennaio.

Il ragazzo, un 19enne tunisino, non è in pericolo di vita ma ha riportato una serie di brutte fratture agli arti inferiori.

Inizialmente, dopo il violento impatto con il suolo, le sue condizioni erano apparse gravissime tanto da fare ipotizzare una grave lesione spinale. Venerdi mattina il quadro clinico è apparso meno serio di quanto inizialmente preventivato.

La ricostruzione

Il tunisino, secondo le prime ricostruzioni, ha tentato il salto oltre il muro di 4 metri dell'ex caserma Polonio, su un tetto peraltro reso estremamente scivoloso dalla pioggia insistente. L'allarme è scattato poco dopo la mezzanotte: il 19enne ed un suo connazionale, poi ridotto a più miti consigli dalle forze dell'ordine, erano riusciti a guadagnarsi un varco nelle recinzioni e salire sulle coperture del Centro per i rimpatri con il chiaro obiettivo di tentare l'allontanamento.

A quanto si apprende i due nordafricani erano giunti al Cpr da alcuni giorni. Improvvisamente uno dei due maghrebini si è schiantato al suolo.

I soccorsi

Sul posto l'ambulanza del 118 e l'auto medica: fra l'altro, a causa della nebbia persistente, non è stato possibile disporre l'elitrasporto al nosocomio del capoluogo friulano come da protocolli in caso di politraumi. Tentativi di fuga, rivolte ed episodi di autolesionismo non sono certo una novità al Cpr di Gradisca.

Il precedente a San Silvestro

Trapela anzi che momenti di tensione vi sono stati anche alla vigilia della notte di San Silvestro, con una dozzina di uomini che erano stati in grado di salire sui tetti dopo avere divelto le protezioni. Non si erano comunque registrati nè feriti nè allontanamenti: l'azione dei trattenuti era rientrata dopo qualche ora grazie a lunghe trattative ed alla pazienza e professionalità delle forze dell'ordine.

Severo il giudizio del sindacato di polizia Siulp: "Siamo alle solite - attacca Giovanni Sammito, della segreteria provinciale-. Episodi come questo sono ormai all'ordine del giorno e solo per una buona stella non siamo qui a raccontare qualcosa di molto grave. Urge, lo ribadiamo, uno "stop and go" del Cpr di Gradisca: la si chiuda e si riorganizzi l'intero sistema. Servono interventi non solo a livello strutturale, ma anche su qualità e quantità degli operatori da impiegare: ci sono pochi uomini e spesso aggregati da altre Questure, quando invece servirebbe un personale altamente specializzato. Non si può continuare a gestire questa struttura sempre con criteri emergenziali. Si pensi che ci sono almeno 60 telecamere fuori uso e che si continua a rattoppare qua e là senza un reale miglioramento delle condizioni di sicurezza per ospiti, operatori e agenti".

"Il rapporto costi-benefici è impietoso, il Cpr non è sicuro e rimpatria appena il 43% degli ospiti. Ma ad un prezzo altissimo in termini sia economici che di incolumità per tutti i soggetti coinvolti".

Il centro per stranieri in attesa di rimpatrio od espulsione, da non confondersi col vicino Cara per richiedenti asilo, ospita attualmente fra i 70 ed i 90 "ospiti". "La gran parte di loro assicura di essersi trovata meglio in carcere che qui" assicura.

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